Page 41 - Manuale di autostima
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3.2 Famiglia, lavoro e altri problemi
Come hai fatto a prendere un’altra insufficienza?
Perché non assomigli un po’ di più a tuo cugino?
Più veloce! Più veloce! Come pensi di riuscire a prendere la patente in queste condizioni?
Non ti rendi conto che se ci fossero anche solo tre autisti come te la città sarebbe
completamente bloccata?
Sei sempre il solito.
No, scusa, dove hai intenzione di andare conciato così? Tirati subito su i pantaloni!
Ma si rende conto delle condizioni in cui è la scrivania? Ma lascerebbe casa sua in questo
casino? Però sul lavoro lo fa, vero?
No, guardi, non è per lei, lei è bravissimo, è che purtroppo il collega che la precedeva era
davvero una persona speciale…
Quante volte ci siamo sentiti dire frasi come queste? E quante volte le abbiamo
memorizzate? Tra l’altro, se proviamo a pensare, i ricordi negativi sono spesso legati alle tre
sfere “a rischio” per l’autostima che abbiamo incontrato nei capitoli precedenti, il lavoro, la
famiglia di origine e il rapporto con le altre persone. Eppure, ci sono anche molti ricordi
positivi che riguardano il nostro passato, spesso legati alla stessa situazione.
Non molto tempo fa, una mia amica di vecchissima data, Lucia, mi ha chiamata per
raccontarmi della cena che aveva dovuto preparare per i genitori e il fratello minore del
suo ragazzo, che erano passati a trovarli (a sorpresa) durante una vacanza. Se avesse potuto
scegliere, la mia amica avrebbe preferito ordinare delle pizze o prendere un pollo già cotto in
rosticceria, dal momento che non le piace cucinare e che non si considera particolarmente
brava ai fornelli (memorabile la volta in cui diede fuoco al lembo di uno strofinaccio che
stava utilizzando per togliere una pentola di acqua bollente dal fuoco al posto della presina). Il
problema fondamentale, però, è che la mamma di questo ragazzo, oltre a numerose altre
passioni, ha quella della cucina sana, e quindi non avrebbe mai mangiato né carne né alimenti
comprati già cotti. Morale della favola, si è dovuta armare di pazienza e consultare tutti i siti
di cucina vegana che è riuscita a trovare per preparare dei piatti abbastanza facili e che la
futura suocera potesse mangiare. A quanto pare (io non ero presente), è riuscita a scuocere la
pasta di grano saraceno, lasciare mezze melanzane della caponata quasi completamente crude
e le altre mezze stracotte, e fortunatamente il feta greco non va cucinato, quindi è riuscita ad
evitare il disastro tagliandolo a quadratini. L’unica cosa che è andata bene (anche perché è
stata aiutata a prepararla) è stato il dolce, una crostata di more biologiche. Lucia mi
raccontava come, durante la cena, la futura suocera abbia diplomaticamente fatto finta di
nulla riguardo il cibo quasi immangiabile, ma l’avesse ringraziata molto per il dolce,
notando la cura della preparazione. Di conseguenza, il ricordo di quella giornata non è
legato al pensiero “oddio, non so cucinare”, ma “ho cucinato una torta che è piaciuta, e
posso rifarlo”.
Gli psicologi spiegano come l’autostima nasca all’interno della famiglia d’origine, ed è per
questo che, anche come adulti, spesso risentiamo di ricordi negativi e svalutanti. I bambini