Page 10 - Manuale di autostima
P. 10
Perderesti il tuo valore come persona?
Un paio di mesi fa, nella mia città, scoppiò un grande temporale. Era un temporale estivo, e
non c’erano stati preavvisi, l’attimo prima il cielo era terso e l’attimo dopo dovevo nuotare
per rimanere a galla. Proprio perché non sembrava che dovesse piovere, non avevo con me
l’ombrello e, oltre a me stessa, ho bagnato anche la borsa e il portadocumenti che era dentro la
borsa. L’acqua ha attraversato il tessuto e ha inzuppato anche la mia carta di identità. Il
risultato è che la mia carta di identità, ora, è tutta spiegazzata, piegata e, in alcuni punti,
l’inchiostro è sbiadito. Ma ciò non toglie che sia ancora valida. Se devo andare all’estero, la
mostro. Se dovessi andare a votare, la esibirei. È un documento valido, non ha perso la sua
natura o i suoi “pregi”, nel senso dei suoi scopi, solo perché non è più perfetta. Gli strappi e
macchie non le hanno fatto perdere il suo valore, continua ad essere una carta di identità, che
sarebbe meglio non perdere.
Tu sei unico e irripetibile. Se guardi alle tue spalle, ai millenni che ci hanno preceduto, non
c’è mai stato un altro te. E non ce ne sarà uno in futuro. Tu sei tu, e non sei perfetto come non
lo è nessuno al mondo. Essere imperfetti ci accomuna tutti, come uomini e donne, ma non ci fa
diventare meno degni di essere amati. Essere imperfetti vuol dire, soprattutto, avere la
capacità di prendere buone decisioni, aprirsi agli altri, superare i propri limiti nonostante la
nostra imperfezione. Se tu fossi perfetto, che valore ci sarebbe nello scegliere la correttezza al
posto della disonestà? Non avresti neanche bisogno di scegliere. Non dovresti mai faticare.
Ma per fare un simile percorso non possiamo basarci solo sulla nostra emotività, perché
siamo umani, e come umani siamo spirito ed emozioni (che ci trasmettono la paura di guardare
dentro noi stessi, il coraggio per farlo, il desiderio di cambiare…) ma siamo anche ragione. E
la ragione, la nostra parte razionale, il nostro intelletto, che è comunque parte di noi stessi, ci
dice che la buona volontà e l’atteggiamento positivo, a volte, non bastano a cambiarci, o a
cambiare le cose davanti a noi. L’esperienza ce lo suggerisce. Se volessi imparare a cucinare
o, più semplicemente, se volessi preparare una torta, guardare sorridendo la terrina mi
potrebbe aiutare a non perdere la pazienza quando inizieranno a formarsi i grumi nell’impasto,
ma non farà magicamente balzare le uova fuori dal guscio e fondere il cioccolato. Allo stesso
modo, se devo salire fino al quinto piano di un condominio, mettermi davanti alla rampa delle
scale piena di speranza, emettendo energia positiva, non mi permetterà di tele-trasportarmi,
facendomi risparmiare tempo e fatica. Per cambiare, un atteggiamento propositivo è
sicuramente utile, ma è indispensabile anche un impegno pratico, ed esercizio. È
indispensabile anche valutare quello che è possibile o non è possibile fare, non arrendersi
davanti alle difficoltà, conoscere ed utilizzare al meglio le proprie capacità, ma sapere anche
fermarsi quando ci scontriamo con realtà che, in quel momento, non possiamo affrontare. Non
posso prometterti che leggendo questo libro le cose cambieranno dall’oggi al domani. Ma
posso assicurarti che sarà un bel viaggio. Che sarà un viaggio affascinante, e che per me è una
grande opportunità poterlo fare assieme a te.
Ti è mai capitato di fare un viaggio? Prova a pensare a un viaggio che ti è piaciuto. Non
parlo della vacanza al mare di dieci giorni, parlo del viaggio di due ore che hai fatto per
arrivare al mare, o in montagna, o… beh, questo lo sai tu. Potrebbe anche essere un viaggio
per andare via mezza giornata la domenica pomeriggio. Perché non ti sto parlando della
vacanza, o di come sei stato bene una volta che sei arrivato, ti sto parlando della strada fatta