Page 5 - Manuale di autostima
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PREMESSA: una giornata particolare
Anche stamattina, Chiara si è svegliata alle sei e dieci. In realtà, potrebbe svegliarsi
tranquillamente alle sei e quaranta, sei e cinquanta se non si mettesse a cantare sotto la
doccia attardandosi e, comunque, riuscirebbe ad arrivare puntuale a lavoro. Ma ha smesso da
molto tempo di svegliarsi ad un orario ragionevole, perché da molto tempo si è autoconvinta
che l'unico modo per sentirsi sicura sia puntare la sveglia mezz'ora prima del necessario
(per evitare il rischio di riaddormentarsi), uscire almeno venti minuti prima di quanto sarebbe
ragionevole (per non imbattersi in tutti i possibili disastri che potrebbero capitarle nel tratto
da casa all'ufficio, come il traffico, l'autobus in ritardo, lo sciopero dei mezzi, guasti
imprevisti, l'autista che potrebbe non vederla alla fermata, per non parlare dell'eventualità
della macchina che non parte, il ghiaccio e la neve sulla strada, un altro guidatore che
potrebbe tamponarla) e arrivare a lavoro con almeno un quarto d'ora di anticipo, per
prepararsi spiritualmente alla giornata, sistemare la scrivania e controllare il trucco prima
dell'arrivo della collega. Quindi, dopo essersi alzata prima del levar del sole, passa alla
fase due della sua routine mattutina: l'aspetto fisico. I vestiti li prepara la sera prima,
perché siano già pronti (e per non perdere tempo prezioso), ma finisce quasi sempre per
cambiare la sua mise. Innanzi tutto, c'è il problema dei colori. Non la preoccupa tanto che la
tonalità dei pantaloni si intoni con la cromia della camicia, dal momento che passa un quarto
d'ora buono ogni sera per abbinarli, ma che il colore della camicia e della giacca si intonino
alla sua carnagione (non è mai riuscita ad abbronzarsi), per non parlare dei capelli. Ah, i
capelli. Bel problema. Se fuori è umido si gonfiano. Se fuori è troppo secco, sembreranno
unti. La tinta non è mai brillante, la piega dura due giorni se va bene e l'attaccatura è
decisamente troppo alta. Se avessero dato a Chiara cinque centesimi per ogni ora passata negli
ultimi dieci anni di fronte allo specchio a controllarsi i capelli prima di partire per il lavoro,
ogni mattina, del lavoro non avrebbe certo più bisogno, perché sarebbe ricca sfondata. Cosa
penserebbero di lei le colleghe di lavoro, il ragazzo seduto accanto in autobus e la cassiera
del panificio a fianco al suo ufficio se ne andasse per la strada tranquilla e contenta con i
capelli in disordine? E come si sentirebbe tutta la giornata Chiara, sapendo che le colleghe, il
ragazzo e la cassiera la considerano poco curata?
Ti senti stanco per la nostra nuova amica Chiara? Io, personalmente, mi sono sentita stanca
dal momento in cui si è svegliata mezz'ora prima del dovuto anziché rimanere al caldo a letto.
Eppure, devo confessarti che mi sono trovata molte volte in una situazione simile, anche se
non esattamente a questi livelli. Mi è successo molte, moltissime volte, di pensare che il mio
valore, quello che gli psicologi chiamano “autostima”, dipendesse da elementi esterni come
il lavoro, l’aspetto fisico, o quello che le altre persone potevano pensare di me. Ma c’è una
buona notizia: non è così. Non è così per me, e non è così per te. Mi piacerebbe condividere
queste pagine con te, per scoprire insieme cos’è questa famosa autostima, come migliorarla,
come io ho migliorato la mia, e come capire qualcosa in più sulla persona che sei.
Ti auguro il meglio,
Monica