Page 17 - Ginnastica posturale funzionale
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titolo: Ginnastica Posturale Funzionale®
Vanni Jeni
ed esecuzione del movimento, come se i nostri muscoli non ri-
spondessero alle nostre richieste.
Facciamo un altro esempio. Immaginiamo di dover incontrare
una persona con cui vogliamo istaurare una relazione. Prima di
incontrarla costruiamo un immaginario rispetto a come il no-
stro incontro avverrà e con quale modalità di gestione del tono
muscolare essa si svolgerà. A secondo del contesto relazionale
organizzeremo una postura che rispecchierà il nostro immagi-
nario di quell’incontro. Immaginiamo di incontrare un profes-
sore universitario che stimiamo molto, un nostro parente che
non vediamo da molto tempo, il partner di cui siamo invaghiti,
una persona con cui vogliamo litigare e proviamo a pensare a
come ci atteggeremmo in ogni contesto diverso. Può accadere
che nel momento in cui avviene l’incontro, le nostre linee di
tensione non si organizzano secondo quanto ci siamo prefissati
apparendo goffi, incoerenti e inadatti al contesto in relazione
alle risposte che dal contesto tornano a livello centrale, per veri-
ficare ciò che ci siamo prefissati.
Continuando in questa direzione, immaginiamo di solle-
vare un peso dal pavimento, organizziamo il movimento per
eseguire il compito con il minor dispendio energetico e nella
maniera più corretta possibile. Nel momento in cui solleviamo
il peso, invece, succede che i nostri muscoli non eseguono il
compito perfettamente causando un trauma a una o più arti-
colazioni.
Da che cosa dipende la diacronica organizzazione del flusso di
informazioni non coerenti con il compito?
Dipende dal dialogo di tensioni muscolari, che dal centro orga-
nizzano la periferia, e viceversa, dalla periferia tornano al centro
per verificare la coerenza funzionale cinetica.
Il passaggio preferenziale di tono può avvenire soltanto se tutti
i muscoli che compongono la catena muscolare cinetica che deve
essere agita risultano essere fasici e tonici.
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