Page 15 - Ginnastica posturale funzionale
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titolo: Ginnastica Posturale Funzionale®
Vanni Jeni
tensione o le linee di forza che contraddistinguono l’essere umano
nella sua unità strutturale dinamica.
Usando le parole dell’ideatore del metodo, “a livello del cervello
che produce l’immagine corporea, si disegnano quelle linee di
tensione che sono invarianti trans-posturali (nel senso che sono
presenti anche in caso di cambiamenti posturali) e linee che si
modificano, in rapporto ai diversi contesti esperienziali” .
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Il modello psicofisiologico integrato di V. Ruggieri pone l’ac-
cento su un quesito che in ambito ortopedico e biomeccanico
non è spesso considerato: il contesto.
Ogni essere umano organizza una struttura biomeccanica po-
sturale di base durante le tappe dello sviluppo psicofisiologico,
organizzando delle linee di tensione (gruppi di muscoli che si
organizzano come catene cinetiche) che lo identificano come uni-
tà funzionale relazionale. Ogni individuo, nonostante ciò, acqui-
sisce la possibilità di modificare le linee di tensione e di forza,
anche con notevoli capovolgimenti, a seconda in cui la postura
debba essere manifestata. L’autore introduce, in questa chiave, il
concetto di atteggiamento posturale.
Nella migliore delle ipotesi, ogni essere umano acquisisce una
postura di base identitaria che lo struttura (con linee di tensione
uniche e individuali) e allo stesso tempo acquisisce la flessibilità di
poter modificare il proprio atteggiamento posturale a seconda del
contesto in cui la sua postura organizza una relazione con l’ambien-
te esterno. La postura di base e tutti gli atteggiamenti posturali che
il nostro corpo riesce ad assumere sono integrati in un unico pro-
cesso circolare polifasico che dal centro (SNC) concorre a modifi-
care la periferia, e viceversa dalla periferia l’immaginario centrale.
Allorquando ciò non avvenga per mancanza di dialogo tra cen-
tro-periferia e periferia-centro, subentra la frustrazione bioesi-
stenziale.
12 Ibidem.
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