Page 279 - Come vivere più a lungo
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quella del sangue della madre. Il depauperamento del sangue materno a vantag-

          gio   del   bambino   continua  anche   dopo   la   nascita,  dato  che   l'ascorbato   è
          contenuto nel latte materno. Il latte di mucca è molto più povero di vitamina  C
          rispetto al latte umano; il  vitello  non abbisogna di vitamina  C, perché se la
          fabbrica da solo nelle cellule del fegato.

              È stato riferito che, in una gravidanza normale, le donne che ingerivano l'a-

          bituale bassa quantità di vitamina C mostravano una costante diminuzione  del-
          la sua concentrazione nel plasma sanguigno, da 11 mg. per litro (media per 246
          donne) a 5 mg. per litro a quattro mesi di gravidanza, e poi a 3,5 mg. per litro al
          termine della gravidanza (Javert e Stander, 1943). Questi bassi valori significa-
          no una cattiva  salute non solo per la madre ma anche per il bambino. E’ stato

          dimostrato che un valore basso nella  concentrazione della  vitamina C nel san-
          gue è correlato con l'incidenza  di malattie  emorragiche nel neonato: Javert e
          Stander ne hanno  concluso  che, per la buona salute di una gestante, occorre

          una dose di 100 mg. al giorno, ed è probabile che per la maggior parte delle ge-
          stanti il fabbisogno ottimale sia ancora superiore, di 1 g. o più al giorno.

              Naturalmente  occorre  soddisfare   anche   il  fabbisogno  di altre  sostanze.
          Brewer (1966) ha sottolineato il fatto che una buona dose di proteine e di altri
          nutritivi  è essenziale  per prevenire l'eclampsia puerperale, osservando inoltre

          che in gravidanza  le  restrizioni alimentari e il ricorso a diuretici per limitare
          l'aumento di peso sono misure pericolose.

              Una buona dose di vitamina C risulta molto efficace anche nel ridurre il ri-
          schio  di aborto spontaneo, specie se ripetuto. Nella  loro ricerca su 79 donne
          con rischio di aborto spontaneo, Javert e Stander ebbero il 91 per cento di suc-

          cessi con 33 pazienti che ricevevano la vitamina C insieme con bioflavonoidi e
          vitamina K (solo tre aborti), mentre tutte le 46 pazienti che non ricevettero la
          vitamina abortirono.

              Nella sua analisi sull'aborto abituale, Greenblatt (1955) giunse alla conclu-
          sione che la vitamina C associata a bioflavonoidi e a vitamina K rappresenta il

          trattamento  migliore,   seguito   subito   dopo  da progesterone,   vitamina  E  ed
          estratto di tiroide.

              Durante  gli ultimi  anni varie  autorità in campo nutrizionale  che tengono
          delle rubriche sui giornali hanno affermato che ingerire elevate dosi di vitami-
          na C può provocare l'aborto. Alla base di questa affermazione sembra esservi

          un breve articolo  di due medici sovietici,  Samborskaya e Ferdman (1966), in
          cui essi riferivano  il caso di venti donne, di età dai venti ai quarant'anni, che
          avevano avuto ritardi mestruali da dieci a quindici giorni: dopo la somministra-
          zione per bocca di 6 g. di acido ascorbico al giorno per tre giorni consecutivi,

          sedici di loro ebbero le mestruazioni.  Scrissi a Samborsaya e Ferdman, chie-
          dendo loro se era stato fatto a queste donne un test di gravidanza e, come tutta
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