Page 27 - Come vivere più a lungo
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C e gli altri posti sotto controllo, che concordava con la mia tesi a favore della
vitamina, poiché questa differenza tendeva ad aumentare proporzionalmente
alla quantità della dose somministrata.
Possiamo domandarci perché i medici e le autorità preposte all'alimentazio-
ne abbiano dimostrato così poco entusiasmo riguardo a una sostanza che, qua-
rant'anni fa, si diceva diminuisse del 31 per cento la quantità delle malattie da
raffreddamento, se assunta regolarmente in quantità giornaliere piuttosto ridott-
e. Suppongo che molti fattori abbiano contribuito a questa mancanza di entu-
siasmo. Quando si è tesi alla ricerca di un medicamento che combatta una ma-
lattia, lo sforzo è abitualmente diretto a scoprirne uno che sia efficace al 100
per cento. (Devo dire, tuttavia, che non capisco perché Cowan, Diehl e Baker
non ripeterono il loro esperimento, usando maggiori quantità giornaliere di vi-
tamina C. Inoltre, sembra essersi verificata una propensione a un'assunzione
molto limitata di vitamina C, anche se è universalmente noto che essa presenta
un livello di tossicità estremamente basso. Naturalmente, questo atteggiamento
è in genere valido per quanto riguarda le medicine, sostanze che non sono di
norma presenti nel corpo umano e sono invece quasi sempre altamente tossi-
che, ma non dovrebbe riguardare la vitamina C.
Un altro fattore risiede, probabilmente, nella mancanza di interesse da parte
delle case farmaceutiche verso una sostanza naturale che è disponibile a bassi
costi e non può essere brevettata. Peccato: si tratta, infatti, di una sostanza in
grado di eliminare in tutti il comune raffreddore.
Un mio amico di vecchia data, Rene Dubos, in uno dei suoi libri ha messo
in luce che non sono i virus o i batteri a cui siamo esposti che ci uccidono ma
qualcos'altro. Quando si diffonde un'epidemia, alcuni muoiono e altri no. Qual
è la differenza fra di loro? È proprio questa differenza che uccide. Credo che
spesso sia la presenza insufficiente di vitamina C che fa morire la gente.
Il raffreddore comune, come pure l'influenza, sono infezioni virali che cir-
colano, a volte come epidemie, in tutto il mondo. Scompaiono rapidamente,
tuttavia, fra le popolazioni piccole e isolate. Se l'incidenza del raffreddore e
dell'influenza potesse essere diminuita in misura sufficiente nel mondo (come
potrebbe avvenire grazie all'uso della vitamina C come prevenzione e terapia)
queste malattie scomparirebbero. Prevedo che questa meta sarà raggiunta, fra
dieci o forse vent'anni, in qualche parte del mondo. Potrà rendersi necessario
qualche periodo di quarantena per i viaggiatori, fintanto che la maggior parte
della gente del globo sarà afflitta dalla povertà, e specialmente soggetta a ma-
lattie infettive dovute alla cattiva nutrizione, in cui va inclusa la mancanza di
acido ascorbico nella giusta quantità.
Per raggiungere questa meta sarà richiesto un cambiamento nella mentalità
corrente. Coloro che sono affetti da un raffreddore o dall'influenza dovrebbero