Page 32 - Come vivere più a lungo
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g. circa. Quindi 1 g. di proteine per chilo di peso corporeo. N.d.R.). I neonati
necessitano di circa 1,0 g. per libbra, i bambini di 0,60 g. circa, i ragazzi e gli
adolescenti di 0,40-0,50 g., sempre per libbra.
La maggior parte degli individui adulti ingerisce la quantità di proteine rac-
comandata in misura due o tre volte maggiore. L'eccesso, non necessario alla
produzione delle nuove molecole di proteine, viene bruciato a scopo energeti-
co, insieme con i grassi e i carboidrati; e probabilmente, a persone di salute ra-
gionevolmente buona non deriva alcun danno da questa eccessiva ingestione.
Un notevole apporto di proteine significa che una grande quantità di azoto sot-
to forma di urea deve essere espulsa attraverso le urine. L'espulsione dell'urea
impegna i reni; un'assunzione maggiore di proteine aumenta quindi il lavoro di
tali organi. Individui con una funzione renale insufficiente, per esempio coloro
che hanno un rene solo o hanno sofferto danni nefritici, possono evitarne di ul-
teriori limitando l'ingestione delle proteine al livello d'equilibrio degli aminoa-
cidi.
Sebbene tutti gli aminoacidi siano presenti nelle proteine del corpo umano,
non serve che tutti siano presenti nei cibi, poiché la maggior parte di essi viene
prodotta dall'organismo stesso. Quelli che devono essere ottenuti dai cibi, gli
aminoacidi essenziali, sono l'istidina, la leucina, l'isoleucina, la lisina, la metio-
nina, la fenilalanina, la treanina, il triptofano e la valina.
Le quantità richieste per un giovane maschio adulto variano da 0,50 g. al
giorno per il triptofano a 2,20 g. al giorno per la leucina, la metionina e la feni-
lalanina. Queste quantità sono fornite da una dieta mista che includa proteine
animali (provenienti da carne, pesce, uova), ma non da una dieta vegetariana.
Tutti sanno che cosa è il grasso: il grasso di maiale (lardo), il grasso di man-
zo o di pecora (sego). È unto al tatto, non è solubile nell'acqua ed è un compo-
nente importante del cibo e del corpo umano. La sua natura chimica fu scoperta
intorno al 1820 dal chimico francese M. E. Chevreul, che morì nel 1889 all'età
di 103 anni. Lo scrittore romano Plinio il Vecchio riferisce nel suo libro di sto-
ria naturale che i germani fabbricavano una soluzione di sapone, bollendo il
grasso con le ceneri delle piante (potassa). Nel 1779 il chimico svedese K. W.
Schede scoprì che una soluzione detergente conteneva non solo sapone, il sale
di potassio di un acido grasso, ma anche un olio dal sapore dolce, un liquido
solubile nell'acqua, che ora noi chiamiamo glicerina o glicerolo.
Chevreul scoprì che i grassi semplici consistono di glicerolo legato a tre
molecole di un acido grasso. Un grasso tipico è il gliceril-tripalmitato; questa è
la sua formula di struttura: