Page 26 - Come vivere più a lungo
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Mi trovai io stesso coinvolto in una controversia su questo argomento in se-

          guito a un articolo riguardante la vitamina C, pubblicato sulla rivista Mademoi-
          selle, del novembre 1969. Mi si citava come sostenitore dell'uso di grandi dosi
          di vitamina C. Il dottor F. J. Stare, allora capo del Dipartimento dell'Alimenta-
          zione  alla  Scuola della Salute Pubblica di Harvard, che veniva  presentato da
          Mademoiselle come uno dei grandi dell'alimentazione, fu chiamato a confutare

          la mia opinione in proposito. Si citarono le sue parole: «La vitamina C e i raf-
          freddori: fu dimostrato falso vent'anni fa. Vi parlerò solo di uno studio molto
          accurato.

              Su cinquemila  studenti dell'università del Minnesota, a una metà furono di-
          stribuite grandi dosi di vitamina C, all'altra un placebo. Furono poi seguiti, dal

          punto di vista medico, per due anni e non fu riscontrata differenza alcuna nella
          frequenza, intensità o durata dei raffreddori cui erano soggetti. Certo, riserve di
          vitamina C vengono consumate per la cura di infezioni  massicce e persistenti,

          ma non per raffreddori che durano una settimana».

              Lo studio a cui il dottor Stare faceva riferimento era stato condotto da Co-
          wan, Diehl e Baker; l'articolo  con i loro risultati fu pubblicato nel 1942 (vedi
          capitolo  13). Quando lessi questo articolo,  scoprii che l'indagine  aveva coin-
          volto soltanto  quattrocento studenti, e non cinquemila, era durata sei mesi,  e

          non due anni, e comportava l'uso di soli 200 mg. di vitamina  C al giorno, che
          non è una grande dose. Inoltre, i ricercatori riferirono che ciascuno  degli stu-
          denti a cui veniva  distribuita  la vitamina  C aveva accusato il 31 per cento in
          meno di giorni di malattia, rispetto a coloro cui non era stata somministrata.

              Il fatto che Stare, come gli stessi ricercatori, non avesse considerato che una

          diminuzione del 31 per cento dei giorni di malattia fosse significativa, mi sug-
          gerì che un attento esame della letteratura medica potesse fornire ulteriori in-

          formazioni sull'argomento. Nel numero di agosto del 1967 del giornale  Nutri-
          tion Reviews (Rivista dell'alimentazione) lessi un breve articolo non firmato in

          cui si menzionava un certo numero di studi sul rapporto fra la vitamina C e il
          comune raffreddore. La conclusione era la seguente: «Non abbiamo una prova
          conclusiva  che l'acido ascorbico abbia qualche effetto protettivo  contro il co-

          mune raffreddore, o terapeutico durante il suo corso, su persone sane non ca-
          renti di acido ascorbico. Non esiste neppure alcuna prova di un effetto generale
          antivirale  o sintomatico  profilattico dell'acido  ascorbico». Non è una coinci-

          denza che il dottor F. J. Stare fosse allora il responsabile  della  Nutrition Re-
          views.

              Esaminai i rapporti menzionati nell'articolo e trovai che le mie conclusioni,
          sulla base degli studi stessi, divergevano in modo quasi totale da quelle espres-
          se nell'articolo. Come nello studio di Cowan, Diehl e Baker, esse sottolineava-
          no la differenza già citata fra i soggetti cui era stata somministrata la vitamina
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