Page 258 - Come vivere più a lungo
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Saremmo propensi a interpretare tale conclusione come una valida ragione

          per non sottoporre questi pazienti alle sofferenze, al disagio  e alle spese della
          chemioterapia. Invece Moertel prosegue nel modo seguente:

              «Tuttavia,  tale  conclusione  non deve assolutamente implicare  che questi
          sforzi vadano abbandonati.  I pazienti con un cancro gastrointestinale avanzato
          e le loro famiglie  hanno un terribile bisogno di qualcosa in cui sperare. Se non

          si offre loro tale speranza, cercherebbero ben presto una speranza presso guari-
          tori e ciarlatani. È stato fatto un progresso sufficiente nella  chemioterapia del
          cancro gastrointestinale  per poter offrire  una speranza  realistica  a questi pa-
          zienti, nell'ambito di ricerche cliniche sperimentali ben progettate... Se potremo
          incanalare i nostri sforzi e le nostre risorse in programmi costruttivi di ricerca

          di garantita scientificità, potremo offrire agli odierni malati di cancro gastroin-
          testinale  un trattamento su cui appuntare le loro speranze, ponendo al contem-
          po le fondamenta per un approccio chemioterapico di validità sostanziale  per i

          pazienti di domani».

              Diametralmente  opposta a questa prescrizione  e alla  pratica  seguita  nella
          Clinica Mayo e in altri centri medici americani, è la pratica pressoché general-
          mente diffusa negli ospedali inglesi da più di dieci anni, quella cioè di non sot-
          toporre i pazienti affetti da cancro gastrointestinale in stadio avanzato e da altri

          tipi simili di cancro alle sofferenze di una chemioterapia, dato che l'esperimen-
          to ha dimostrato la scarsa efficacia di questo trattamento.

              Questi pazienti «senza speranza» vengono invece sottoposti a un trattamen-
          to palliativo, che include eroina e morfina per tenere a bada il dolore. Cameron
          ha migliorato queste procedure al Vale of Leven Hospital somministrando della

          vitamina C. Come abbiamo detto nel capitolo 19, egli è riuscito in tal modo ad
          alleviare le sofferenze  e ad aumentare il numero delle  «giornate buone» negli
          ultimi tempi di vita dei pazienti terminali di cancro.

              È stato lo stesso Moertel a fare una presentazione distorta del lavoro di Ca-
          meron attraverso gli  esperimenti  metodologicamente  scorretti,  effettuati  con

          pazienti della Clinica Mayo. Si faccia un confronto tra la procedura di Came-
          ron e la strategia  di Moertel di sottoporre questi pazienti alle  sofferenze  della
          chemioterapia solo per tener alto il morale delle loro famiglie  e dei loro medici!
          Se Moertel avesse seguito le procedure del Vale of Leven, avrebbe visto che

          oggi esiste una ragione reale perché questi pazienti e le loro famiglie  possano
          conservare qualche speranza. A questi pazienti «non curabili» si può sommini-
          strare, come unica forma di trattamento, dell'ascorbato supplementare, da cui

          possono trarre qualche vantaggio, e in alcuni casi tale vantaggio potrà raggiun-
          gere un grado considerevole.

              L'aumento medio del tempo di sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro
          gastrointestinale avanzato trattati con 10 g. di ascorbato al giorno è superiore a
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