Page 257 - Come vivere più a lungo
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percentuale dei pazienti affetti da cancro in stadio avanzato, quelli  con un tipo

          di cancro che risponda a questo trattamento, mentre negli Stati Uniti quasi tutti
          i pazienti di cancro a uno stadio avanzato vengono sottoposti a chemioterapia,
          con i suoi spiacevoli effetti collaterali.

              Nel nostro libro Cancer and Vitamin C, Cameron e io menzioniamo il fatto
          che il dottor Charles Moertel della Clinica Mayo, nota autorità nel campo del

          cancro, si è occupato esplicitamente dell'importante questione  se un paziente
          adulto, con un tumore maligno che non ha risposto agli altri trattamenti, debba
          o no, come ultima risorsa, essere sottoposto a chemioterapia. In un compendio
          delle  opinioni  correnti sull'uso della chemioterapia nel trattamento del cancro
          gastrointestinale,  pubblicato sul  New England Journal of Medicine nel 1978,

          Moertel osservava  che venticinque  anni fa è stato scoperto che le  pirimidine
          fluorurate 5-fluorouracile (5-FU) e 5-fluoro-2'-desossiuridina riuscivano a pro-
          durre una diminuzione  transitoria  delle dimensioni del tumore in pazienti con

          metastasi di origine intestinale. Un trattamento intravenoso in quantità che pro-
          ducano reazioni tossiche è il più efficace, ma l'effetto non è grande.

              «Secondo una vasta esperienza, anche quando vengono  somministrate alle
          dosi terapeutiche ideali, le pirimidine fluorurate produrrano una risposta ogget-
          tiva solo in circa il 15-20 per cento dei pazienti trattati. In questo contesto, una

          risposta oggettiva è solitamente definita come una riduzione  di più del 50 per
          cento nel prodotto fra i diametri maggiori perpendicolari di una massa tumorale
          misurabile.

              Queste risposte  sono  solitamente  parziali  e molto  transitorie, persistendo
          per un tempo medio di soli cinque mesi circa. Questo vantaggio  di poco conto

          di cui beneficia  un'esigua  minoranza di pazienti è probabilmente più che con-
          trobilanciato  dalla  deleteria azione tossica esercitata su altri pazienti,  nonché
          dal costo e dai disagi sperimentati da tutti quanti i pazienti.

              Non vi è una prova sicura che il trattamento con pirimidine  fluorurate con-
          tribuisca alla sopravvivenza complessiva dei pazienti affetti da cancro gastroin-

          testinale, a prescindere dallo stadio del male.»

              Moertel ha anche esaminato gli esperimenti clinici di 5-FU e di altri agenti
          chemioterapeutici considerati singolarmente e in varie combinazioni in relazio-
          ne al cancro colon-rettale, al carcinoma  gastrico, al carcinoma a cellule  squa-
          mose dell'esofago, e ad altri ancora, arrivando sostanzialmente alla stessa con-

          clusione, salvo che nel caso dell'adriamicina, che sembra avere un'efficacia si-
          gnificativa  nel trattamento del cancro epatico primario. Dopo di che, Moertel
          afferma: «Nel 1978 si deve concludere che non esiste un approccio chemiotera-
          pico al carcinoma gastrointestinale abbastanza valido da giustificarne l'applica-

          zione come trattamento clinico standard».
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