Page 173 - Come vivere più a lungo
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sazione di benessere, e continuò a lavorare attivamente. In due occasioni Greer
insistette perché smettesse di prendere la vitamina C; entrambe le volte, quando
il paziente ubbidì, milza e fegato ingrossarono diventando dolenti, la
temperatura corporea salì e il paziente lamentò malessere generale e stanchez-
za, i sintomi tipici della leucemia. Tali sintomi regredirono rapidamente quan-
do ricominciò a prendere la vitamina C. Morì di uno scompenso cardiaco acuto
nel marzo del 1954, a settantratre anni. All'epoca, la milza era in buono stato, e
leucemia, policitemia, cirrosi e miocardite non avevano mostrato progressi du-
rante i diciotto mesi da quando aveva cominciato a prendere quelle forti dosi di
vitamina C. Greer ne dedusse che l'assunzione di forti dosi di acido ascorbico
sembravano essere state essenziali per il suo benessere.
Nel 1968 Cheraskin e i suoi collaboratori descrivevano un effetto sinergico
dell'assunzione supplementare di ascorbato sulla risposta alle terapie radianti in
pazienti affette da carcinoma a cellule squamose al collo dell'utero. Ventisette
pazienti ricevettero 750 mg. di acido ascorbico al giorno, cominciando da una
settimana prima del trattamento radiante e continuando fino a tre settimane
dopo il suo termine; in più, ricevettero un supplemento di vitamine e minerali e
seguirono una dieta consigliata (diminuzione dell'assunzione di saccarosio). I
soggetti di controllo erano ventisette pazienti in condizioni analoghe, che non
ricevettero le vitamine né i consigli dietetici.
La terapia radiante fu altrettanto energica per entrambi i gruppi. La risposta
all'irradiazione fu significativamente maggiore nelle pazienti del primo gruppo
che in quelle del gruppo di controllo, rispettivamente di 97,5 rispetto a 63,3.
Questi dati fanno pensare che negli ammalati di cancro sottoposti a radioterapia
si determini una richiesta maggiorata di acido ascorbico e che, soddisfacendo
tale richiesta, si possa proteggerli dagli effetti dannosi dell'irradiazione, poten-
ziando al contempo la risposta terapeutica.
A quanto pare, il primo a rendersi conto del fatto che le alterazioni genera-
lizzate del tessuto connettivo che si manifestano nello scorbuto sono identiche
a quelle localizzate osservate nelle immediate vicinanze di cellule neoplastiche
fu il defunto dottor William McCormick, di Toronto (McCormick, 1959).
Egli avanzò l'ipotesi che il nutritivo (la vitamina C) che notoriamente pre-
veniva il manifestarsi di tali alterazioni generalizzate nello scorbuto potesse
avere un effetto analogo in caso di cancro. La carenza di ascorbato che si ri-
scontra quasi invariabilmente nei malati di cancro pare confermare tale ipotesi.
Esistono altre interessanti analogie tra scorbuto e cancro. La letteratura sto-
rica contiene molte allusioni alla maggiore frequenza di «cancri e tumori» nelle
vittime dello scorbuto. Un tipico referto di un'autopsia (Lind, 1753) dovuto a
James Lind contiene espressioni come le seguenti: «Tutte le parti si erano tal-
mente mescolate e fuse formando un'unica massa, o ammasso, che i singoli or-