Page 178 - Come vivere più a lungo
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giori, di 10 o anche 20 g. al giorno, avrebbero potuto controllare la malattia an-
che negli altri pazienti.
Ewan Cameron, prima che ci conoscessimo e collaborassimo assieme, ave-
va operato un centinaio di malati di cancro nel suo reparto chirurgico, in Sco-
zia. Come molti altri, era convinto che questa malattia, fonte di tanta sofferen-
za, andasse affrontata con uno spirito nuovo. Egli raccolse moltissime informa-
zioni sul cancro e formulò una nuova teoria sulla sua eziologia, che nel 1966
rese pubblica in un libro, Hyaluronidase and Cancer (Ialuronidasi e cancro), in
cui ipotizzava la possibilità di aumentare in misura significativa il controllo del
cancro rafforzando i meccanismi naturali di difesa dell'organismo umano. In
particolare, egli citava il fatto che i tumori maligni producono un enzima, la ia-
luronidasi, che attacca la sostanza intercellulare dei tessuti circostanti, indebo-
lendola a un punto tale da permettere l'invasione della neoplasia nei tessuti
stessi. Egli suggeriva di trovare qualche sistema per rafforzare la sostanza in-
tercellulare, rafforzando contemporaneamente i meccanismi naturali di difesa
dell'organismo in misura tale da permettergli di resistere all'attacco delle cellule
maligne. Per parecchi anni Cameron provò a somministrare vari ormoni e altre
sostanze a malati di cancro in stadio avanzato, ma non riuscì a trovare alcuna
sostanza o miscela di sostanze che fossero efficaci.
Lessi quel libro e rimasi molto colpito dalla sua tesi. Lavoravo da tempo
sulla vitamina C in relazione al raffreddore comune e ad altre malattie, e nel
1971 pensai che la nota proprietà dell'acido ascorbico (quella di aumentare la
velocità di sintesi del collagene) avrebbe potuto rafforzare la sostanza intercel-
lulare attraverso l'aumento della sintesi di fibrille di collagene, che sono una
parte importante di tale sostanza. Accennai a questa ipotesi nel discorso che
feci in occasione dell'inaugurazione del Ben May Laboratory for Cancer Re-
search nella Pritzker Medicai School dell'università di Chicago. Nel frattempo,
Cameron aveva indipendentemente raggiunto, in via ipotetica, la conclusione
che l'ascorbato potesse essere implicato nella sintesi dell'inibitore spontaneo
della ialuronidasi, e aveva già cominciato a prescriverlo con prudenza a pazien-
ti terminali di cancro affidati alle sue cure.
Nel novembre del 1971 egli lesse sul New York Times un resoconto del mio
discorso. Immediatamente ci mettemmo in contatto, dando inizio a una lunga e
produttiva collaborazione.
Cameron era rimasto deluso dai suoi esperimenti con vari ormoni; invece ri-
scontrò subito che il trattamento con la vitamina C era di considerevole aiuto ai
suoi pazienti, e nei dieci anni successivi diede grandi dosi di questa vitamina a
varie centinaia di malati di cancro in stadio avanzato: quasi tutti erano pazienti
per cui i convenzionali metodi di cura erano stati già provati senza giovamento.
Insieme con i suoi collaboratori, Cameron pubblicò vari articoli in cui rife-