Page 177 - Come vivere più a lungo
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misura di controllo del cancro.
Anche l'assunzione di forti dosi di vitamina C potrebbe aiutare a raggiunge-
re questo obiettivo.
Si ha anche notizia che le forme cancerose che compaiono spesso nei fuma-
tori di sigaro regrediscono se il paziente ingerisce una quantità sufficiente di
acido ascorbico, 1 g. al giorno o più. Schlegel, Pipkin, Nishimura e Schultz
(1980) hanno riscontrato che il livello di acido ascorbico nell'urina era circa la
metà nei fumatori rispetto ai non fumatori, ed era basso nei pazienti con tumori
alla vescica. Essi hanno anche trovato che topi nella cui vescica era stata im-
piantata una pillola contenente acido 3-idrossiantranilico (un derivato dell'ami-
noacido triptofano) sviluppavano tumori alla vescica se sottoposti a una dieta
normale, mentre non li sviluppavano aggiungendo nell'acqua che bevevano una
dose supplementare di acido ascorbico. Gli autori suggeriscono che l'acido
ascorbico possa prevenire l'ossidazione dell'acido 3-idrossiantranilico che da
origine a una sostanza cancerogena. Essi affermano: «Sembra esservi motivo di
pensare che gli effetti benefici di un livello adeguato di acido ascorbico nell'u-
rina (corrispondente all'assunzione di 1,5 g. al giorno) possa costituire una mi-
sura preventiva contro la formazione di tumori alla vescica e la loro recidiva».
Essi richiamano anche l'attenzione su alcune ricerche che indicherebbero un ef-
fetto benefico dell'acido ascorbico sui processi di invecchiamento che accom-
pagnano l'arteriosclerosi, l'indurimento e l'ispessimento delle pareti delle arte-
rie (Willis e Fishman, 1955; Sokoloff e colleghi, 1966).
Il dottor Robert Bruce, direttore della sede di Toronto del Ludwig. Cancer
Research Institute, nel 1977 ha dato notizia della presenza, nel contenuto inte-
stinale umano, di sostanze mutagene, presumibilmente cancerogene. In seguito,
lavorando con i suoi collaboratori, ha accertato che l'assunzione di forti dosi di
vitamina C riduce di molto la quantità di queste sostanze (Bruce, 1979). In base
a tale effetto, e anche riducendo il tempo di permanenza di queste sostanze nel-
l'organismo, come abbiamo visto nel capitolo 10, un'appropriata assunzione di
vitamina C contribuisce a proteggere dal cancro l'ultimo tratto dell'intestino.
La poliposi del colon è una malattia genetica caratterizzata dalla formazione
di un gran numero di polipi nel colon o nel retto. Questi polipi sono tumori be-
nigni, ma la loro presenza è da tempo riconosciuta come una condizione pre-
cancerosa. Secondo Willis (1973): «Le vittime della poliposi ereditaria sono
quasi certamente destinate a morire di carcinoma del colon e del retto in età
precoce». Tuttavia, oggi esiste per loro una speranza.
Da ricerche svolte da DeCosse (1975), da Lai (1977) e da Watne (1977),
con i rispettivi collaboratori, su sedici persone affette da poliposi ereditaria è
risultato che l'assunzione regolare di 3 g. di vitamina C al giorno ha fatto scom-
parire i polipi in metà dei pazienti. È pertanto possibile che dosi ancora mag-