Page 172 - Come vivere più a lungo
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Queste ricerche erano state effettuate soprattutto da parte di medici tedeschi
nel periodo tra il 1940 e il 1956. Malgrado l'indicazione che queste dosi di vita-
mina C fossero utili nel trattamento del cancro, le prime ricerche non avevano
portato a un esame completo delle possibili virtù della vitamina C sotto questo
aspetto. Alcuni risultati favorevoli furono riferiti anche durante ricerche su ani-
mali, ma i primi lavori svolti in questo campo non trovarono seguito.
Nel 1951 fu riferito che i malati di cancro hanno solitamente una bassa con-
centrazione di vitamina C nel plasma sanguigno e nei leucociti, spesso solo la
metà del valore normale. Questa osservazione è stata verificata molte volte du-
rante gli ultimi trent'anni; nel 1979 Cameron, PAULING e Brian Leibovitz ri-
ferirono su tredici ricerche che mostravano tutte grandi diminuzioni nelle con-
centrazioni di vitamina C sia nel plasma sia nei leucociti.
Il livello dell'acido ascorbico nei leucociti dei malati di cancro è solitamente
così basso che queste cellule non sono in grado di svolgere la loro importante
funzione di fagocitosi, consistente nell'inglobare e digerire batteri e altre cellu-
le estranee all'organismo, comprese le cellule maligne. Una spiegazione ragio-
nevole di questo basso livello è che il loro organismo, impegnato nell'utilizzo
della vitamina C per combattere la malattia, ne esaurisca le risorse; ciò suggeri-
sce l'opportunità di somministrare loro una forte dose di vitamina C, allo scopo
di potenziare al massimo le difese naturali del loro organismo.
Solo una delle prime pubblicazioni che si occupavano del rapporto tra vita-
mina C e cancro parlava di forti dosi di vitamina C, assunte per un periodo che
arrivava fino a diciotto mesi.
Nel 1954 il dottor Edward Greer, di Robinson, nell'Illinois, pubblicò una
relazione su un caso notevole: un paziente sembrava aver tenuto sotto controllo
il cancro da cui era affetto (leucemia mieloide cronica) per un periodo di due
anni, assumendo per via orale grandi quantità di vitamina C. Questo paziente,
un anziano dirigente di una società petrolifera, presentava un certo numero di
disturbi concomitanti: nel settembre del 1951 soffriva di disturbi cronici car-
diaci e nel maggio del 1952 gli fu riscontrata una cirrosi epatica da alcol, oltre
a policitemia (aumento del numero di globuli rossi).
Nell'agosto del 1952 gli era stata diagnosticata la leucemia mieloide croni-
ca, diagnosi confermata, in modo indipendente da un ematologo. Nel settembre
del 1952, dopo l'estrazione di alcuni denti, gli fu consigliato di prendere un po'
di vitamina C per favorire il risanamento delle gengive. Egli cominciò subito a
prenderne quantità elevate, da 24,5 a 42 g. al giorno (sette compresse da 500
mg. prese da sette e dodici volte al giorno).
Disse di aver stabilito da solo questo regime, perché si sentiva molto meglio
quando ne assumeva in grandi quantità. Il paziente parlò spesso di questa sen-