Page 179 - Come vivere più a lungo
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riva le sue osservazioni. In uno di questi, gli autori riferivano che, a quanto
sembrava, la vitamina C riusciva a controllare il dolore, al punto che pazienti
che prima ricevevano grandi dosi di morfina o diamorfina poterono poi fare a
meno di questo narcotico (Cameron e Baird, 1973).
Cameron pubblicò anche un rapporto dettagliato sui primi cinquanta malati
di cancro in stadio avanzato che erano stati trattati con forti dosi di vitamina C
(Cameron e Campbell, 1974) e un articolo su un paziente che sembrava guarito
completamente da un cancro dopo la somministrazione della vitamina C in cui,
tuttavia, quando fu interrotta tale somministrazione, il cancro ricomparve; que-
sto paziente guarì di nuovo completamente non appena si riprese il trattamento
con la vitamina C. Il paziente continuò a prendere la vitamina C, 12,5 g. al
giorno, e dopo dodici anni era ancora in ottima salute (Cameron, Campbell e
Jack, 1975).
La prima osservazione fatta da Cameron fu che la maggior parte dei pazien-
ti trattati con ascorbato godevano di un benessere maggiore e presentavano un
miglioramento clinico generale. Tra i benefici goduti da questi pazienti vi era-
no: diminuzione del dolore, riduzione delle asciti maligne (cellule mandate in
giro dal tumore che possono diventare agenti di metastasi) e degli essudati
pleurici maligni, riduzione dell'ematuria, inversione parziale dell'epatomegalia
maligna e dell'ittero maligno, diminuita velocità di sedimentazione dei globuli
rossi e del livello sieromucoso del siero, tutti indicatori accettati di una diminu-
zione dell'attività maligna.
Ciò permetteva di concludere che tanto l'aumentato benessere quanto il pro-
lungamento accertato del tempo di sopravvivenza risultavano da un significati-
vo attacco alla condizione maligna da parte dell'ascorbato, o diretto o mediato
dai meccanismi naturali di difesa dell'organismo.
Nel 1973 io e Cameron pensammo che fosse il caso di effettuare una speri-
mentazione controllata, in cui metà dei pazienti, scelti lanciando una moneta o
mediante sistemi più sofisticati di casualità, dovesse ricevere 10 g. di vitamina
C al giorno e l'altra metà un placebo. Nel frattempo, però, Cameron si era tal-
mente convinto dell'efficacia della vitamina C nei casi di cancro avanzato che
non era disposto, per ragioni etiche, a privare anche un solo paziente affidato
alle sue cure di tale beneficio; di conseguenza, non effettuò questa sperimenta-
zione con i suoi pazienti. Fu allora che mi recai al National Cancer Institute per
suggerire l'opportunità di tale sperimentazione, come ho narrato in precedenza
in questo stesso capitolo.
Anche se non eravamo in grado di effettuare un esperimento clinico a dop-
pio cieco, potevamo sempre fare un esperimento controllato. Il Vale of Leven
Hospital è un grande ospedale, con 440 posti letto, che registra ogni anno circa
500 nuovi pazienti di cancro. Anche se Cameron era il chirurgo più anziano e il