Page 184 - Come vivere più a lungo
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Alcuni di loro, oltretutto, sono ancora in vita e prendono quotidianamente
le loro dosi di ascorbato di sodio, e tra di essi ve n'è qualcuno che potrebbe es-
sere considerato come «guarito» dalla sua condizione maligna, in quanto non
manifesta più nessun segno della presenza del cancro e conduce un'esistenza
normale.
Noi considerammo questi risultati come decisamente degni di nota, se si tie-
ne conto del fatto che, qualora si riuscisse ad abbassare del 5 per cento la mor-
talità dovuta al cancro, si salverebbero ogni anno le vite di 20.000 americani
affetti da questa patologia.
Data l'importanza del problema, eseguimmo un secondo esame di casi clini-
ci di pazienti del Vale of Leven nel 1978, anche questa volta con 100 pazienti
trattati con l'ascorbato e 1000 soggetti equiparabili di controllo (Cameron e
Pauling, 1978). Dieci pazienti dei 100 selezionati inizialmente dovettero essere
sostituiti con altri, perché soffrivano di forme cancerose rare, per cui era stato
difficile trovare dei soggetti di controllo adeguatamente equiparabili; i 1000
pazienti di controllo furono scelti indipendentemente, senza tener conto del fat-
to se fossero stati o no selezionati anche prima (metà di loro apparteneva al
gruppo precedente).
Alcuni dei risultati di questa ricerca sono riportati nei grafici alle pagine
202 e 203.
I 100 pazienti trattati con ascorbato e i loro soggetti di controllo equiparabi-
li (stesso tipo di tumore primario, stesso sesso, stessa età entro un margine di
cinque anni) furono suddivisi in nove gruppi, in base al tipo di tumore prima-
rio: per esempio, 17 pazienti trattati con l'ascorbato e 170 soggetti di controllo,
tutti con un cancro al colon. (Il nono gruppo comprendeva pazienti con tipi di
cancro diversi da quelli riportati nei grafici.)
Furono misurati i tempi di sopravvivenza dalla data in cui il paziente era
stato dichiarato «non curabile», cioè da quando era stato deciso che le terapie
convenzionali non avevano più efficacia; in questa data, o pochi giorni dopo,
era stato iniziato il trattamento con l'ascorbato. Nel 1978 i tempi medi di so-
pravvivenza in tutti e nove i gruppi erano superiori di un periodo da 114 a 435
giorni per i pazienti trattati con vitamina C rispetto ai corrispondenti pazienti
dei gruppi di controllo, con una media di 255 giorni per tutti i gruppi; tali tempi
continuarono inoltre a crescere, perché l'8 per cento dei pazienti trattati con
vitamina C era ancora in vita, mentre non lo era qualcuno dei soggetti di
controllo.
Una ricerca analoga venne effettuata nel Fukuoka Torikai Hospital, in
Giappone, durante i cinque anni a partire dal primo gennaio 1973 (Morishige e
Murata, 1979), con risultati analoghi a quelli ottenuti nel Vale of Leven Hospi-