Page 186 - Come vivere più a lungo
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dosi, senza interruzioni, per il resto della loro vita, o fino a oggi, se sono anco-
ra in vita: alcuni l'hanno presa per quattordici anni. Nella seconda ricerca della
Clinica Mayo (Moertel e colleghi, 1985), i pazienti trattati con vitamina C ne
ricevettero solo per un breve periodo (2,5 mesi in media). Nessuno di loro morì
finché prendeva questa vitamina (in dose leggermente inferiore ai 10 g. al gior-
no). Essi furono tuttavia tenuti sotto controllo per altri due anni, durante i quali
il loro tempo di sopravvivenza non risultò migliore di quello dei soggetti di
controllo, anzi talvolta risultò addirittura peggiore. La relazione di Moerter e
un portavoce del National Cancer Institute, che la commentò (Wittes, 1985)
ignorarono entrambi il fatto che i pazienti trattati con vitamina C non ne riceve-
vano più al momento in cui morirono, e non ne stavano ricevendo più da un bel
pezzo (media di 10,5 mesi). Gli autori testé citati affermarono categoricamente
che questa ricerca mostrava finalmente in modo definitivo che la vitamina C
non era efficace contro il cancro in stadio avanzato, e raccomandavano che non
venissero più fatte ricerche sulla sua utilità in proposito.
I loro risultati non giustificavano una simile conclusione, perché di fatto i
loro pazienti morirono solo dopo essere stati privati della vitamina C. Se la loro
ricerca ha dimostrato alcunché, si tratta del fatto che i pazienti di cancro non
devono interrompere l'assunzione di forti dosi di vitamina C.
Eppure, da quando è stata pubblicata, questa ricerca è stata considerata
come una sorta di smentita del lavoro di Cameron-Pauling, e come tale pubbli-
cizzata.
Quando comparve questo studio svolto nella Clinica Mayo, il 17 gennaio
1985, Cameron e io eravamo irritati perché Moertel e i suoi collaboratori, il
portavoce del National Cancer Institute e anche il direttore del New England
Journal of Medicine avevano fatto in modo che noi non avessimo alcuna infor-
mazione sui risultati, se non qualche ora prima della sua pubblicazione. Sei set-
timane prima, Moertel si era rifiutato di parlarmi della ricerca, limitandosi a
dirmi che il loro articolo era di prossima pubblicazione. In una lettera diretta a
me egli mi aveva assicurato che avrebbe fatto in modo che io avessi una copia
dell'articolo vari giorni prima della sua pubblicazione; ma non mantenne tale
promessa.
Questa presentazione scorretta da parte di Moertel e collaboratori, nonché
del portavoce del National Cancer Institute, ha fatto un gran danno. Ci sono
stati malati di cancro che ci hanno comunicato di aver interrotto l'assunzione di
vitamina C a causa dei «risultati negativi» riferiti dalla Clinica Mayo.
Non accade spesso che si dia notizia di un comportamento non etico di uno
scienziato. Varie volte negli ultimi anni è stata scoperta qualche frode commes-
sa da giovani medici che eseguivano della ricerca clinica; una presentazione
scorretta dei risultati di una ricerca clinica, come è accaduto per la seconda ri-