Page 189 - Come vivere più a lungo
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«Continuai le scintigrafie  del fegato, una ogni tre mesi. La lesione  rimase

          com'era fino al controllo  con gli ultrasuoni del 15 ottobre 1984. Con mia gran-
          de sorpresa, questo esame mostrò una diminuzione che arrivava al 32 per cento
          del volume del tumore. Dato il risultato  così fuori dell'ordinario, la serie dei
          controlli fu eseguita due volte, una dal tecnico e l'altra dal medico responsabile
          del laboratorio, per raggiungere la sicurezza, circa quei risultati.


              Nel tumore si notava anche l'inizio  di infiltrazioni  di calcio. Durante tutto
          questo tempo, ero stato relativamente in buona salute, senza sintomi del can-
          cro: facevo questo e quello, e andavo con la mia barca alla Baia. Ogni anno fa-
          cevo una radiografia al torace, perché il decorso normale è dal fegato ai polmo-
          ni: i miei polmoni però erano intatti.


              «Nei suoi scritti,  lei suggerisce  di aumentare la  dose dell'acido ascorbico
          fino a quando si manifestano dei disturbi, e poi di tornare indietro di un pochi-
          no. Quando io le scrissi, mi rispose suggerendomi di prenderne 25 g. al giorno.
          Sto prendendone da più di due anni 36 g. al giorno, suddivisi in varie razioni,

          senza che ciò mi provochi alcun problema.

              «Da più di un anno avevo l'intenzione di scriverle, ed è stata la semplice pi-
          grizia  a impedirmelo. Se oggi mi sono deciso a farlo è a causa dell'articolo che
          ho letto due mattine fa mentre facevo la prima colazione, articolo in cui si par-
          lava della procedura seguita alla Clinica Mayo. La sua idea è che si tratti di una

          faccenda ignobile. La Mayo è l'ultimo posto in cui vorrei che si eseguisse una
          ricerca sulla vitamina C, in qualsiasi condizione.

              I risultati sono invalidati dalle procedure usate nella prima ricerca, o almeno
          quella che essi così definiscono. Anche un cieco vedrebbe che cosa si deve fa-
          re. E cioè, nient'altro che una serie di test di massa, su migliaia di pazienti che

          abbiano una quantità di tipi diversi di cancro, suddivisi secondo i vari stadi de-
          generativi.  Dovrebbe essere uno  sforzo  su scala  nazionale:  nessuna  clinica,
          nessun   ospedale,   nessun   istituto   universitario   potrebbe   effettuarlo
          singolarmente.

              «Sono sicuro che lei ha assolutamente ragione quando afferma che la vita-

          mina C, pur non essendo un trattamento per il cancro, è un sussidio vitale e po-
          tente nella gestione e nel controllo di questa malattia. Ed è un fatto che qualsia -
          si forma di chemioterapia  danneggia  il  sistema  immunitario  dell'organismo.
          Nel mio caso, devo avere un sistema immunitario di prima qualità, altrimenti il

          mio cancro avrebbe raggiunto da tempo una ghiandola linfatica.

              «Che il mio tumore al fegato sia ormai non invasivo è sicuro. Che rimanga
          così non lo è altrettanto. Il solo sapere che è li mi fa vivere sotto una spada di
          Damocle.

              Sono ragionevolmente sicuro che morirò di cancro... se non muoio prima di
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