Page 133 - Come vivere più a lungo
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nella sua prevenzione, poiché presenta, una capacità abbastanza generale di di-
sintossicazione, che avviene attraverso l'idrossilazione o la glicosilazione dei
composti organici tossici o mediante combinazione con i metalli pesanti.
L'epatite infettiva può essere causata da virus o da batteri, generalmente tra-
smessi da cibi o da acque contaminate da feci infette. Il trattamento abituale
consiste nel rimanere a letto per tre o più settimane. L'epatite da siero (epatite
B, da inoculazione) è causata da un virus differente, generalmente trasmesso
attraverso una trasfusione di sangue o l'uso di aghi ipodermici o trapani denti-
stici non sterili. Il periodo di incubazione dura da uno a cinque mesi.
L'epatite da siero si riscontra soprattutto negli anziani; è più seria dell'epati-
te infettiva, con una mortalità che, secondo certi studi, raggiunge il 20 per cen-
to.
Il dottor Fukumi Morishige cominciò a interessarsi alla vitamina C mentre
era studente di medicina in Giappone: la sua tesi di laurea riguardava l'efficacia
della vitamina C nell'accelerare la guarigione delle ferite. Quando si specializ-
zò in chirurgia toracica e divenne primario di un ospedale a Fukuoka, usò pre-
scrivere dosi moderatamente elevate di vitamina C ad alcuni pazienti che erano
stati sottoposti a operazioni chirurgiche e che avevano ricevuto trasfusioni di
sangue. Notò che questi pazienti non erano colpiti da epatite da siero, mentre in
altri pazienti, che non avevano ricevuto l'integrazione vitaminica, si rilevava
un'incidenza dell'infezione del 7 per cento. Nel 1978, Morishige e Murata rife-
rirono le loro osservazioni fatte su 1537 pazienti del reparto di chirurgia, cui
erano state praticate trasfusioni di sangue presso l'ospedale Torikai di Fukuoka
fra il 1967 e il 1976. Dei 170 pazienti che non avevano ricevuto vitamina C, o
ne avevano ricevuta una dose esigua, 11 si ammalarono di epatite, il che corri-
spondeva a un'incidenza del 7 per cento; fra i 1367 pazienti che avevano rice-
vuto dai 2 ai 6 g. di vitamina C al giorno, si manifestarono soltanto 3 casi (tutti
e tre non del tipo B), corrispondenti a un'incidenza dello 0,2 per cento soltanto.
Queste cifre indicano che 93 pazienti furono salvati dal pericolo e dalle soffe-
renze dell'epatite grazie alla somministrazione della vitamina C (Morishige e
Murata, 1978).
Un'assunzione elevata di vitamina C protegge il fegato in parecchi modi:
rende atossiche le sostanze velenose che potrebbero causare un'epatite; grazie a
questo effetto, la vitamina C aiuta anche a prevenire i danni che derivano al fe-
gato dal fumo e dagli alcolici assunti in quantità eccessive; rendendo il sistema
immunitario più efficace, essa aiuta a prevenire e a controllare le infezioni vira-
li e batteriche del fegato. Il medico che ha maggiormente sperimentato la vita-
mina C in relazione alle malattie virali è il dottor Robert Fulton Cathcart III, di
San Mateo, in California.
Per molti anni Cathcart fu chirurgo ortopedico; a causa della sua professio-