Page 130 - Come vivere più a lungo
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esempio,  in  particolar  modo per quelle  persone che, a causa  dell'età  o del

          cattivo stato di salute, mancano dei meccanismi di protezione naturale, o per
          coloro   che   sono  maggiormente  esposti  all'infezione,   che   magari   lavorano
          presso cliniche od ospedali.

              L'importanza dell'influenza  fu messa in luce nel rapporto di Schmeck del
          1973, che si basava su dati mai pubblicati in precedenza dal National Center

          for Health Statistics  (Centro Nazionale per le Statistiche  sulla  Salute). Nella
          classificazione  delle malattie  del 1971, riguardante il loro impatto sulla salute,
          l'influenza e la polmonite (che spesso segue l'influenza) erano al primo posto in
          quello  stesso anno per quanto concerne il numero dei giorni di permanenza  a
          letto (206.241.000), le infezioni alle vie respiratorie superiori erano al secondo

          (164.840.000), le malattie di cuore al terzo (93.137.000).

              Per quanto riguarda le morti, l'influenza  e la polmonite si classificavano al
          quarto posto (56.000 decessi), subito  dopo le malattie  di cuore (741.000), il
          cancro (333.000) e le malattie cerebrovascolari (208.000).

              La miglior protezione contro l'influenza è rappresentata dai meccanismi na-

          turali di difesa dell'individuo. Tali meccanismi sembrano aver protetto circa un
          sesto della  popolazione durante la pandemia  del 1918-19; questa percentuale
          presumibilmente  corrispondeva alla  maggior parte di coloro i cui meccanismi
          di difesa funzionavano con la maggior efficacia. Ci sono molte prove, discusse

          in relazione al raffreddore comune, secondo le quali una buona assunzione di
          vitamina C migliora il funzionamento dei meccanismi  naturali di difesa, a tal
          punto che una percentuale molto più grande della popolazione resiste all'infe-
          zione. L'uso appropriato della vitamina  C, unitamente alla eventuale  vaccina-

          zione, dovrebbe essere efficace nel prevenire una pandemia di influenza o una
          grave epidemia.

              Nel 1976 si temette che un'altra epidemia  di influenza  porcina,  simile  a
          quella  del 1918-19, si sarebbe diffusa.  Il governo  federale degli  Stati Uniti
          mise  a disposizione  165 milioni  di dollari  per la  preparazione  dei vaccini  e

          molti milioni  di persone furono vaccinati.  La grave epidemia  non si verificò.
          Un numero rilevante  delle persone vaccinate soffrì di effetti collaterali  seri a
          causa del vaccino, sufficienti a porre fine alla continuazione del programma. Il
          più grave di questi effetti collaterali  fu la sindrome di Guillain-Barré, e cioè

          una  nevrite  caratterizzata  da fiacchezza  muscolare e da disturbi  sensori alle
          estremità.

              Le misure da prendersi per la prevenzione e il trattamento dell'influenza, fa-
          cendo uso di vitamina  C, sono essenzialmente uguali  a quelle  richieste  per il
          raffreddore comune.


              La maggior parte della gente dovrebbe cominciare con un'assunzione rego-
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