Page 125 - Come vivere più a lungo
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perché fu assunta troppo poca vitamina  C, ma anche perché essa non fu presa

          per un periodo sufficientemente lungo; inoltre, l'individualità biochimica (fab-
          bisogni  differenti  in differenti  persone) non fu tenuta  in  considerazione. La
          percentuale di una quantità standard di 1,76 g. di vitamina  C presa per bocca,
          che viene espulsa dalle urine nelle sei ore successive, varia dal 3 al 30 per cen-
          to. Le persone  che rappresentano  questi estremi potrebbero reagire  in modo

          differente alla vitamina C assunta per curare il raffreddore comune.

              Il dottor Robert F. Cathcart, del cui studio parlerò ampiamente nel prossimo
          capitolo, si è fatto una notevole  esperienza  nella somministrazione  della  vita-
          mina C a pazienti affetti da raffreddore. Le osservazioni fatte su migliaia di pa-
          zienti lo hanno portato a concludere che le dosi di vitamina  C richieste per cu-

          rare una malattia virale dipendono dalla natura della malattia e dalla natura del
          paziente. Nel suo rapporto del 1981, egli efferma che non si può curare un
          «raffreddore da 100 g.» prendendo qualche grammo di vitamina C.

              Cathcart scoprì che l'assunzione di vitamina  C adatta alla cura di un'infezio-

          ne virale è di poco inferiore alla quantità che provoca movimenti intestinali con
          feci molli e acquose; l'aumento della dose di vitamina C fino al raggiungimento
          di una quantità sufficientemente elevata ha, infatti, inizialmente un effetto las-
          sativo. Questa assunzione, al limite della tolleranza intestinale, è da lui definita

          in una quantità variabile fra i 4 e i 15 g. nelle ventiquattr'ore, per le persone in
          uno stato di «comune buona salute»; essa assume valori molto maggiori, per le
          stesse persone, fino  a superare i 200 g. nelle ventiquattr'ore, qualora esse sof-
          frano di una malattia virale. Un'osservazione simile, fatta a proposito di pazien-

          ti malati di cancro, ci è fornita dal dottor Ewan Cameron.

              Possiamo ora vedere come sarebbe difficile  condurre un esperimento per-
          fetto che riguardi la vitamina  C e il raffreddore comune. La dose dovrebbe es-
          sere determinata, per ogni soggetto, dal limite  di tolleranza intestinale. Potreb-
          be essere possibile formulare un placebo adatto a questo limite, ma è chiaro che

          non sarebbe facile  compiere un esperimento controllato, con le alte assunzioni
          che sono necessarie per un'efficacia del 100 per cento.

              Ho ricevuto centinaia di lettere da persone che mi dicevano di essersi libe-
          rate dai raffreddori dopo aver cominciato a prendere 500 mg., 1 g., 3 g., 6 g. o
          più di vitamina  C al giorno.

              Sappiamo che le persone che non prendono mai raffreddori (dal 6 al 10 per

          cento) devono essere in grado di ricavare vitamina  C sufficiente dal cibo. È del
          tutto ragionevole credere che altre persone, dal 6 al 10 per cento, si avvicinino
          notevolmente a questo stato di resistenza, tanto che una dose integrativa di 500
          mg. al giorno le proteggerebbe totalmente; un altro gruppo potrebbe richiedern-

          e 1000 mg. al giorno e altre persone ancora di più.
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