Page 124 - Come vivere più a lungo
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late, varia dall'1 al 68 per cento, e non c'è una chiara indicazione che un'assun-
zione di 1000 o 2000 mg. al giorno offra una protezione maggiore rispetto a 70
o 200 mg. al giorno. Gli studi che denunciarono gli effetti protettivi minori o
maggiori avevano come soggetti i soldati.
Nello studio di Pitt e Costrini, le reclute dei marines vivevano in baracche
nella Carolina del Sud; non fu rilevato alcun effetto protettivo contro il
raffreddore, ma se ne riscontrò uno significativamente protettivo contro la
polmonite.
Lo studio di Sabiston e Radomski fu condotto in condizioni ancora più ar-
due: i soldati vivevano in tende nel Canada del Nord e il numero di raffreddori
per soggetto era tre volte superiore a quello rilevato nello studio fatto nella Ca-
rolina del Sud. Una spiegazione possibile può essere fornita dal fatto che la
quantità di vitamina C presente nelle razioni delle reclute dei marine della Ca-
rolina del Sud fosse molto superiore a quella presente nelle razioni dei soldati
del Canada e che pertanto le reclute dei marine fossero dotate di una maggiore
protezione. Può essere giusto pensare che, nello studio del 1975 fatto da An-
derson, Beaton, Corey e Spero su soggetti canadesi, fosse presente un fattore di
protezione pari al 25 per cento anche se l'assunzione integrativa di vitamina C
consisteva solo in una compressa da 500 mg. alla settimana, pari a 70 mg. al
giorno. L'assunzione media di vitamina C in Canada è notoriamente inferiore
rispetto a quella statunitense.
La ragione principale del fallimento della maggior parte degli esperimenti
controllati fatti allo scopo di rivelare un alto effetto profilattico o terapeutico, è
che le quantità di vitamina C assunte erano troppo piccole. È come se i medici
e i dietologi ragionassero, erroneamente, cosi: dal momento che piccole dosi di
vitamina C guariscono dallo scorbuto, perché dovrebbero servirne dosi astro-
nomiche per curare il raffreddore? Ciò nonostante, la media dei sedici valori
che procurano una diminuzione nella malattia per persona è del 34 per cento.
Per i cinque studi in cui si somministravano soltanto dai 70 ai 200 mg. di acido
ascorbico al giorno, la media è del 31 per cento e per gli undici studi in cui sì
somministrava 1 g. o più al giorno, la media è del 40 per cento.
Possiamo concludere che anche l'aggiunta di una piccola dose di vitamina
C, 100 mg. o 200 mg. al giorno, ha un valore considerevole e che un'assunzio-
ne maggiore ha probabilmente un valore maggiore. 2
Gli studi che ho riportato si distaccano di poco dal mio standard, non solo
2 Oltre agli studi citati in questo capitolo, altri sono stati discussi nel mio libro del 1976, Vitamin C,
the Common Cold, and the Flu, che tratta anche dell'influenza. Ne cito alcuni; Anderson, Reid e Beaton,
1972; Anderson, Surairye e Beaton, 1974; Anderson, Beaton, Corey e Spero, 1975; Charleston e Clegg,
1972; Masek, Neradilova e Hejda, 1972; Elliott, 1973; Coulehan e colleghi, 1974; Wilson, Loh e Foster,
1973; Karlowski e colleghi, 1975; Franz, Sands e Heyl, 1956; Clegg. e Mac-donald, 1975; Carr e colle-
ghi, 1981, 1982; Miller e colleghi, 1977, 1978. I risultati sono riassunti nel capitolo seguente.