Page 129 - Come vivere più a lungo
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fluenza tanto quanto gli uomini.

              Il virus che causò la pandemia del 1918-1919 rivelò di possedere gli stessi
          antigeni del virus dell'influenza porcina. Esso non era stato studiato durante la

          pandemia stessa; i metodi per l'indagine furono messi a punto soltanto quindici
          anni più tardi.

              Nel 1935, Andrewes dimostrò che individui  di vent'anni o più avevano nel
          sangue un'alta concentrazione  di anticorpi contro l'influenza  porcina, mentre i
          bambini al di sotto dei dodici anni ne erano privi. Da ciò si può facilmente con-

          cludere che il virus dell'influenza  porcina aveva colpito i bambini in un periodo
          di tempo compreso fra il 1915 e il 1923, presumibilmente nel 1918-19.

              Studi approfonditi hanno portato alla classificazione dei virus dell'influenza
          in diversi tipi, ognuno  dei quali presenta numerose caratteristiche.  I tipi sono:
          A (con i sottotipi A0, Al e A2), B e C. Tutti i virus colpiscono gli uomini, a ec-

          cezione del tipo A. Chi guarisce da un'infezione  provocata da un tipo di virus,
          ne sarà immune per un certo tempo, ma non lo sarà rispetto agli altri tipi.

              Qualche protezione contro l'influenza  è fornita da un'iniezione di vaccino. Il
          vaccino  viene preparato coltivando il virus  in uova embrionate, dalle quali è
          stato rimosso il fluido allantoideo che contiene le particelle virali,  che verranno

          quindi disattivate con un trattamento alla formaldeide.

              Il virus disattivato non è più infettivo: vale a dire che non è più in grado di
          stimolare le cellule  di un essere umano, o di un altro ospite, a produrre altre
          particelle virali. Esso è tuttavia in grado di agire da antigene, facendo sì che chi
          lo ha ricevuto produca molecole del suo anticorpo specifico. Questo anticorpo

          sa combinarsi con particelle  di virus attive e neutralizzarle, proteggendo cosi la
          persona immunizzata  contro la malattia. I vaccini sono abitualmente preparati
          con quei tipi di virus che prevalgono nel paese in un determinato periodo.

              L'immunità  derivante dal vaccino dura circa un anno, dopo di che possono
          essere praticate dosi aggiuntive, che estenderanno di un altro anno le difese im-

          munitarie.

              Se il vaccino dovesse rivelarsi inefficace, ciò è da attribuirsi alla presenza
          di un'infezione provocata da tipi di virus diversi da quelli usati per produrre il
          vaccino; sembra che se ne originino  sempre di nuovi.  La parziale  protezione

          offerta dalla vaccinazione  è considerata particolarmente importante per gli an-
          ziani e per le persone affette da malattie croniche. Dopo la vaccinazione posso-
          no verificarsi effetti  collaterali.  Persone allergiche  alle  uova non dovrebbero
          farsi vaccinare. Alcuni soffrono di reazioni locali o sistemiche; reazioni violen-

          te immediate, seguite dalla morte, sono molto rare.

              A causa dei possibili  effetti collaterali, i medici di solito consigliano di vac-
          cinarsi soltanto se esiste una ragione specifica: l'imminenza di un'epidemia, per
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