Page 132 - Come vivere più a lungo
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stato un pioniere.

              Anche Murata e i suoi collaboratori studiarono l'azione antivirale della vita-
          mina C. Usando per il loro esperimento virus che infettano i batteri (batteriofa-

          gi), rilevarono che questi virus sono neutralizzati da un meccanismo radicalico.

              Il dottor Fred R. Klenner, un medico di Reidsville, nella Carolina del Nord,
          fu stimolato dal rapporto di Jungeblut a usare la vitamina  C nel trattamento di
          pazienti affetti da poliomielite, epatite, polmonite virale e altre malattie (Klen-
          ner, 1948-1974).


              La dose da lui suggerita (da somministrarsi per via endovenosa) per curare
          l'epatite virale variava  dai 400 ai 600 mg. per chilogrammo di peso corporeo;
          variava quindi dai 28 ai 42 g. per una persona del peso di circa 75 kg, ed era da
          iniettarsi ogni otto o dodici ore. Egli  somministrò  anche il  doppio  di queste
          dosi per varie altre affezioni virali (Klenner, 1971, 1974).


              Oltre all'azione  antivirale della vitamina  C, molti ricercatori hanno riferito
          che l'ascorbato rende inattivi i batteri. Uno dei primi studi fu quello di Boisse-
          vin e Spillane  (1937), che dimostrarono come una concentrazione di ascorbato
          di 1 mg.  per decilitro, raggiunta  facilmente  nel sangue, impedisce la crescita
          delle colture del batterio della tubercolosi. E’ stata anche riferita l'efficacia del-

          l'ascorbato nel rendere inattivi molti altri batteri e le loro tossine, comprese le
          tossine della difterite, del tetano, dello stafilococco e della dissenteria e quelli
          che causano la febbre tifoidea e il tetano.

              (I riferimenti sono dati da Stone, 1972).

              Il meccanismo della  neutralizzazione  sembra essere simile  a quello dei vi-

          rus: attacco da parte dei radicali liberi, formati da ascorbato e da ossigeno mo-
          lecolare, catalizzato da uno ione di rame (Ericsson e Lundbeck, 1955; Miller,
          1969).

              Klenner (1971), McCormik (1952) e altri hanno riportato un considerevole
          successo nel trattamento di varie infezioni virali contratte da esseri umani attra-

          verso la somministrazione di forti dosi di vitamina C. Questo successo può at-
          tribuirsi, in una certa misura, alla neutralizzazione diretta dei batteri, le cui pro-
          ve sono fornite al capitolo 13; personalmente, però, penso che esso derivi per
          lo più dall'azione della vitamina, che potenzia il naturale meccanismo di difesa

          dell'organismo (Cameron e Pauling, 1973, 1974).

              L'epatite è un'infiammazione del fegato causata da infezioni o da agenti tos-
          sici. Generalmente essa causa l'itterizia, che si manifesta con un ingiallimento
          della pelle e del bianco degli occhi, risultante da un eccesso di pigmenti biliari
          nel sangue.

              Le sostanze tossiche, come il tetracloruro di carbonio, varie droghe o metal-

          li pesanti, possono causare l'epatite tossica. La vitamina C ha un certo valore
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