Page 106 - Come vivere più a lungo
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dell'83 per cento) in pochi giorni e rimase alto per un'altra settimana. Una dose

          di 10 g. al giorno per tre giorni fece si che il tasso si triplicasse e una dose di 18
          g. al giorno  lo  quadruplicò  rispetto ai valori  originali.  Questo studio  lascia
          pochi dubbi sul fatto che un'alta assunzione di vitamina  C da parte di pazienti
          malati  di cancro  accresce  l'efficacia  dei  meccanismi  immunitari  del corpo,
          inclusi i linfociti e conduce" a una prognosi più favorevole per gli ammalati di

          cancro o per coloro che sono affetti da malattie  infettive. Senza dubbio sono
          necessari studi più approfonditi  per  giungere a determinare  l'assunzione  di
          vitamina C (sia per via orale sia per endovenosa) che comporti il tasso più alto

          di blastogenesi dei linfociti.  L'indicazione che deduciamo dal lavoro compiuto
          da Yonemoto e dai suoi collaboratori è che la dose ottimale  assunta per via
          orale può superare i 18 g. al giorno. Molti ricercatori hanno affermato che un
          aumento  nell'assunzione  di vitamina  C da parte di soggetti normali o da altri

          affetti da qualche malattia conduce a un aumento nella motilità dei leucociti e a
          un  loro più rapido  movimento  verso la zona  di infezione  (Anderson, 1981,
          1982; Panush e colleghi, 1982).

              Ci sono ulteriori prove che, appena essi la raggiungono, la vitamina C au-
          menta la loro forza di fagocitazione.

          1.Si tratta di un processo per il quale  i leucociti circondano e distruggono  le

             cellule batteriche o maligne  che sono state identificate come estranee. Ogni
             singolo leucocita  circonda e inghiotte la cellula  estranea; e per questo pro-
             cesso è richiesta la vitamina C. Molto tempo fa è stato scoperto che i leucoci-
             ti non sono efficacemente  fagocitari se non contengono ascorbato a suffi-

             cienza  (Cottingham  e Mills,  1943). Un recente studio  (Hume  e Weyers,
             1973) ha dimostrato che degli individui, che seguivano la comune dieta scoz-
             zese e godevano di buona salute, presentavano nei leucociti una quantità di

             ascorbato un poco superiore a quella  richiesta per l'attività  fagocitaria, ma
             che questa quantità si era dimezzata subito dopo che essi avevano preso un
             raffreddore e che questa percentuale era rimasta bassa per parecchi giorni,
             rendendo i soggetti esposti a infezioni batteriche secondarie. Un'assunzione
             di 250 mg. di acido ascorbico al giorno non si rivelò sufficiente a mantenere

             la quantità di ascorbato nei leucociti al livello richiesto per una fagocitosi ef-
             ficace; ma un'assunzione di 1 g. al giorno, elevata a 7 g. al giorno dall'inizio
             dell'instaurarsi del raffreddore, si rivelò sufficiente per mantenere in funzio-

             ne questo importante meccanismo protettivo.
          2.Concludo  dicendo che l'assunzione  a scopo preventivo  di acido ascorbico,

             cioè la dose da prendersi regolarmente per preservarci in buona salute e for-
             nirci protezione  contro le malattie, dovrebbe essere, per la maggioranza di
             noi, certamente superiore a 250 mg. al giorno. Altre considerazioni mi hanno

             portato a suggerire un'assunzione variante fra i 250 e i 4000 mg. o perfino  i
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