Page 37 - Prodotto interno mafia
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commerciali tra i due universi criminali?
È in corso una partnership commerciale tra cinesi e campani,
che hanno creato delle vere e proprie società manifatturiere, in
cui i primi forniscono il prodotto e lo lavorano, e i secondi lo
distribuiscono. Gli accertamenti svolti dalla Guardia di finanza
hanno rivelato che il 90 per cento delle merci che transitano dal
porto di Napoli provengono dalla Cina. È evidente che Napoli
con i suoi canali illeciti gestiti dalla camorra rappresenti per la
mafia cinese il crocevia degli affari in Italia e nel Mediterraneo.
Dicevamo che le mafie sono entrate in una fase in cui è
bandito, o comunque attutito, lo spettacolo della violenza. La
camorra sembra fare eccezione: a Napoli si continua a sparare
per strada, il fenomeno criminale è ancora molto visibile.
In Campania esistono due livelli di criminalità che convivono.
Da una parte ci sono le bande cittadine che si contendono i
marciapiedi per lo spaccio di droga, rubano automobili, uccidono
innocenti e, cosí facendo, creano l’allarme sociale. E poi ci sono
le organizzazioni come i casalesi di Casal di Principe che
dialogano con le istituzioni, con il territorio, con le
amministrazioni locali, per portare avanti i loro affari criminali.
La vita amministrativa degli enti pubblici in Campania è molto
condizionata dalla camorra che stabilisce relazioni con
l’ambiente delle istituzioni e dell’imprenditoria locale. Oltre ai
business classici del traffico di droga, degli appalti e della
contraffazione, negli ultimi anni l’organizzazione criminale si è
specializzata nelle ecomafie: la camorra controlla il ciclo dei
rifiuti su suolo nazionale e domina per inquinamento idrico e
abusivismo edilizio.
Un capitolo della storia recente della mafia riguarda la fine
dei boss. Matteo Messina Denaro è l’ultimo grande capo che
resta da catturare.
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