Page 72 - Potere criminale
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L. Un  pezzo  di  mondo  cattolico  è  parte  integrante  o  prevalente  di  questo  movimento  antimafia.
           D’altronde era già successo, e su più larga scala, nel ’68. Ma distinguerei i movimenti cattolici dalla
           gerarchia ecclesiastica. Il cardinale Pappalardo è lo stesso che aveva censurato alcuni preti palermitani
           per le loro posizioni politicamente eterodosse. La gerarchia, con l’omelia su Sagunto, arriva buon
           ultima all’appuntamento con l’antimafia dei cattolici. E il clero nel suo complesso? Non possiamo
           pensarlo  unitamente  schierato  su  una  linea  antimafia,  nemmeno  dopo  l’anatema  contro  i  mafiosi

           lanciato da Giovanni Paolo II ad Agrigento nel 1993. D’altronde tutt’oggi – lo ha documentato un
          libro importante di Alessandra Dino – molti sacerdoti stanno ben attenti a evitare contrapposizioni
           con la mafia e con i mafiosi.

           S.  Ma  in  definitiva  possiamo  dire  che  si  forma  all’inizio  degli  anni  Ottanta  un  modello  di  antimafia  che
           sopravvive ancora oggi?

           L. Si può dire proprio così: sopravvive – e anche stentatamente. Piuttosto è la mafia a essere diversa

          da com’era allora.





































































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