Page 46 - L'onorata società
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una fetta che vale poco più di 2 miliardi, l'11,3 per cento del mercato
totale. Non basta, vorrebbe codificare la distinzione tra proprietà e
gestione: le farmacie potrebbero essere controllate da società anche di non
farmacisti, mentre la conduzione rimarrebbe ovviamente affidata a uno
specialista, con il ruolo di direttore responsabile. Dulcis in fundo: se in
precedenza i figli dei titolari avevano il diritto di ereditare e conservare
l'esercizio per dieci anni (entro i quali laurearsi in Farmacia o vendere),
Bersani intende ridurre questo periodo a due anni. Per la precisione, "il
valore di mercato" di una farmacia è calcolato fino a tre volte i ricavi annui:
sono milioni di euro.
La resistenza è micidiale. Sergio Dompé, dal 2005 presidente di
Farmindustria (associazione aderente a Confindustria che riunisce le
aziende farmaceutiche), non può essere contrario alla liberalizzazione, ma
sta bene attento a non inimicarsi i farmacisti. Così si fa paladino della
salute dei cittadini e, per dimostrare quanto i produttori non pensino
affatto a fare quattrini, dichiara: «Speriamo che gli italiani non arrivino ad
abusare di farmaci solo perché attratti dagli sconti». Farmindustria,
peraltro, di cui è direttore generale Enrica Giorgetti, moglie del ministro del
Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, ha un
obiettivo più immediato: negare, portando dati su dati, che in Italia i
medicinali siano più cari che nel resto d'Europa.
Ai farmacisti, invece, i prezzi delle confezioni interessano poco. Sotto
l'incalzare delle parafarmacie e della grande distribuzione sono costretti ad
abbassarli del 20-30 per cento? Pazienza. Nascono prodotti a marchio Coop
con lo stesso principio attivo dell'Aspirina e della Tachipirina che costano
due o tre volte meno degli "originali"? Chi se ne importa, tanto la loro
incidenza sul mercato è relativa. Quello che conta è difendere il ruolo, la
"sacralità del mestiere", come la chiama Vittorio Sgarbi, figlio di farmacisti.
Naturalmente con un occhio al portafoglio. La liberalizzazione di Bersani
non deve decollare. Soprattutto, bisogna evitare che sia il primo passo per
l'abolizione tout court della "pianta organica", la norma che al momento
prevede l'istituzione di una farmacia ogni 5 mila abitanti nei centri più
piccoli e ogni 4 mila nei Comuni con più di 12.500 residenti. Allora sì, che
sarebbe la fine.
Giacomo Leopardi, genovese di nascita ma romano di adozione, 81
anni, ex parlamentare europeo di Forza Italia, dal 1985 al 2009 presidente
della Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani), detta la linea: «Occorre
contrastare con fermezza i tentativi ormai scoperti di chi vuol fare del
farmaco solo un terreno per lucrosi occasioni di business». Ancora:
«Bisogna fare di tutto per impedire che, insieme con l'acqua sporca dei
presunti vincoli al mercato, si butti via il bambino, e cioè un'assistenza