Page 140 - L'onorata società
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reali derivanti dagli acquisti. Migliaia di adolescenti ci sono cascati e i loro
genitori si sono ritrovati intrappolati in commissioni impreviste e
abbonamenti mai chiesti. Ancora, la Commissione europea, dopo un lungo
iter, ha costretto le compagnie ad abbassare il costo degli sms inviati e
ricevuti all'interno della Ue. Non potranno superare gli 11 centesimi più Iva,
cioè i 13,2 centesimi. Tutti gli operatori, volenti o nolenti, hanno dovuto
adeguarsi.
Mobile, fisso, internet, servizi: per le società telefoniche più che il
servizio conta il guadagno. E la trasparenza è un optional. Telecom
pubblicizzava «Alice 7 Mega», ma la velocità «non veniva garantita
neppure come valore apicale». Wind, gruppo che fa capo all'imprenditore
egiziano Naguib Sawiris, prometteva un abbonamento a Infostrada che
avrebbe permesso di non pagare più il canone Telecom. Falso. La
promozione di «Tim sogno» invitava a lasciare il vecchio gestore attraverso
un messaggio «incompleto e confuso», che si guardava bene dal fare
cenno ai costi.
Dietro nomi allettanti e slogan a effetto si nasconde un'infinità di
trappole. Ma il vero incubo è la portabilità, la possibilità di mantenere il
vecchio numero qualora si decida di cambiare gestore. Qui la fantasia
supera l'immaginazione. Vodafone si è beccata una multa di un milione e
680 mila euro dall'Autorità garante per le comunicazioni di Corrado Calabrò
proprio «per avere illegittimamente ostacolato le richieste di trasferimento
di utenti verso operatori concorrenti». Non solo rallentava il passaggio. Ma
telefonava direttamente agli "infedeli" per proporre un piano tariffario più
vantaggioso. Che spesso non veniva rispettato o nascondeva commissioni
e altri sovrapprezzi non dichiarati.
Con 15 giorni di attesa media, l'Italia è al penultimo posto in Europa per
i tempi di portabilità: circa il doppio che negli altri Paesi. Per quanto
riguarda il fisso, anche qui, come per l'elettricità, c'è un problema legato al
"codice di migrazione", un numeretto che occorre farsi dare dalla società
uscente. Solo che i call center non sanno nulla, si viene palleggiati di ufficio
in ufficio e le settimane volano. Calabrò ha lanciato la tolleranza zero: «Il
nostro ultimatum è che gli operatori debbano fornire il codice via web entro
24 ore dalla richiesta». Quanto al cambiamento di gestore, si dovrebbe
progressivamente scendere dagli attuali venti giorni medi a cinque nel
marzo 2010. Non molto diverso il percorso a ostacoli se si chiede il
passaggio del numero di cellulare, un'operazione che dovrebbe già essere
portata a termine entro tre giorni. In campo è scesa anche la
lussemburghese Viviane Reding, commissario europeo alle
Telecomunicazioni: «Questi ritardi sono assolutamente ingiustificati.
Minano il diritto alla scelta da parte del consumatore». Pessimo