Page 136 - L'onorata società
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gli  intrighi  della  politica,  e  si  miscela  il  tutto  con  la  pachidermicità  della
          pubblica  amministrazione,  l'Italia  non  potrà  che  continuare  a  restare
          indietro.  Anche  nel  settore  energetico.  Un  autentico  peccato  che  gli
          interessi degli azionisti non siano esattamente quelli dei consumatori.





                                                 Qui si naviga a vista


          Miane è un paese di 3.500 abitanti in provincia di Treviso. Proprio niente di
          speciale.  Infatti,  pochi  lo  conoscerebbero,  se  non  fosse  per  una  vicenda

          tutt'altro che insignificante. Miane è diventato il simbolo del digital divide
          italiano,  il  divario  digitale,  l'arretratezza  nelle  moderne  tecnologie  della
          comunicazione. Il fatto è che non si trova in una sperduta vallata alpina,
          ma in una delle aree maggiormente industrializzate del Paese: un abitante

          su  due  ha  la  sua  bella  partita  Iva.  Così,  fin  dal  2008,  gli  imprenditori
          guidano  la  rivolta.  I  sit-in  di  protesta  non  si  contano.  La  gente  ce  l'ha
          principalmente con la Telecom, ma pure con gli operatori minori e con i
          politici del Veneto. Vuole la banda larga, il collegamento internet veloce.

          Ed è stufa di personaggi che promettono grandi piani per l'incremento della
          rete e che poi, all'atto pratico, mantengono le aziende (e i professionisti,
          gli studenti, le semplici famiglie) all'età della pietra. O quasi.
              Perché è esattamente questo il concetto. Lo spiega con un paradosso

          Maurizio  Dècina,  docente  di  Telecomunicazioni  al  Politecnico  di  Milano,
          massimo  esperto  italiano  di  tecnologie  digitali:  «Si  può  vivere,  e
          soprattutto  si  può  lavorare,  oggi,  senza  adsl?  Certo.  In  fondo,  si  può
          benissimo stare anche senza energia elettrica». Miane appartiene a quel

          13,6  per  cento  di  zone  del  Paese  dove  la  banda  larga  non  arriva,  7,5
          milioni  di  persone  tagliate  fuori,  costrette  a  utilizzare  la  vecchia  posta
          anziché la posta elettronica.
              Motivo: circa 3 mila centraline Telecom terminali, su 10 mila totali, non

          sono allacciate alla fibra ottica. Vengono chiamate "aree bianche", ovvero
          "a fallimento di mercato". Luoghi dove investire non sarebbe conveniente.
          Un  problema  che  riguarda  centinaia  di  piccoli  centri  dell'entroterra
          meridionale,  ma  non  risparmia  ampi  territori  del  Nord,  specie  vicino  alle

          montagne. Cinquanta comuni della provincia di Varese, tanto per citare, la
          linea a 2 megabit (il minimo indispensabile) se la sognano: a Santa Maria
          del Monte, borgo riconosciuto Patrimonio dell'umanità dall'Unesco, che si
          trova a ridosso del capoluogo e addirittura nel suo territorio comunale, gli

          albergatori  e  i  ristoratori  impiegano  ore  a  scaricare  le  prenotazioni  dei
          turisti di mezzo mondo con il cavetto attaccato al telefono e il modem a
          56k. Le somme le tira il rapporto dell'Osservatorio Banda larga-Between.
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