Page 139 - L'onorata società
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Argentina e Brasile), può tirare un bel sospiro di sollievo. E può tornare a
          concentrarsi  sui  gravi  problemi  che  gravano  sul  gruppo:  il  mercato  della
          telefonia fissa in discesa, le strategie sulla difficile presenza in Sudamerica,
          e  prima  di  tutto  l'imponente  debito,  35,7  miliardi  al  31  marzo  2009.

          Bernabè è chiamato a ridare una mission a Telecom, qualcosa di simile a
          quanto fatto da Sergio Marchionne alla Fiat. Nessuno sa se ci riuscirà. Ma la
          rete  rimane  un asset  imprescindibile.  Certo,  ai  consumatori  italiani
          piacerebbe se trovasse anche il tempo per migliorare i servizi.





                                                   Piange il telefono


          L'Europa  ha  il  record  mondiale  di  telefonini:  119  ogni  cento  abitanti.  E
          l'Italia  ha  il  record  d'Europa:  140  per  cento  di  cellulari  sull'intera

          popolazione, poco meno di uno e mezzo a testa. Un mercato complessivo
          (conversazioni  e  servizi)  da  20  miliardi.  Le  tariffe,  stando  a  un  recente
          studio  dell'Ocse,  rimangono  superiori  alla  media  dei  Paesi  più
          industrializzati (394 euro di costi annuali contro 317). E per fortuna che dal

          2004 a oggi sono scese mediamente del 35 per cento. Perché la stragrande
          maggioranza degli utenti parla senza minimamente sapere quanto spende.
          Il  20  per  cento  non  ha  idea  di  quanto  consumi.  Il  28  per  cento  dei
          volonterosi,  quelli  che  tentano  di  comparare  le  offerte,  alla  fine  desiste

          senza averci capito niente.
              Per  forza  le  compagnie  di  telefonia  mobile  vanno  a  nozze.  Dove  lo
          trovano un mercato come il nostro, sia per quantità sia per (bassa) qualità?
          Ovviamente ne approfittano. Nell'estate 2008 milioni di persone ricevono

          un sms di 160 battute da parte di Tim e Vodafone con cui si comunicano
          cambiamenti  contrattuali.  L'Antitrust  di  Antonio  Catricalà  apre  una
          procedura. Dopo sei mesi l'Autorità valuta quei messaggini «di contenuto
          ambiguo e omissivo sulle informazioni relative alla natura dell'operazione».

          I  clienti  non  erano  in  grado  di  «assumere  una  decisione  consapevole»,
          specialmente riguardo alla possibilità di esercitare il diritto di recesso senza
          incorrere in penali. Conclusione: una sanzione di 500 mila euro a testa, il
          massimo  della  "pena".  Secondo  le  associazioni  dei  consumatori,  lo

          scherzetto ha comportato rincari annui, per profili medi, tra i 49 e gli 83
          euro, con picchi di aumento sulle singole telefonate anche superiori al 100
          per cento.
              Più recentemente, sempre l'Antitrust ha multato (2,2 milioni in quattro

          distinti provvedimenti) Telecom, Vodafone e Wind per pratiche commerciali
          scorrette, con riferimento alle suonerie, ai loghi e ai contenuti multimediali
          scaricabili  sui  telefonini  da  internet.  Mancavano  le  informazioni  sui  costi
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