Page 137 - L'onorata società
P. 137
Gli accessi alla adsl sono complessivamente 10,7 milioni. Significa che il
tasso di penetrazione, su 60 milioni di italiani, centenari e neonati
compresi, è di poco superiore al 17 per cento, parecchio al di sotto della
media dell'Europa a 15 Paesi (22 per cento) e della media Ocse (20 per
cento).
Magari fosse facile come la racconta Renato Brunetta. Lui vuole
accelerare i tempi. E in nome dell'efficienza della pubblica amministrazione
intende al più presto fare sparire la carta. Stop: certificati, dichiarazioni,
domande si richiederanno e distribuiranno esclusivamente online. Prima,
però, il ministro dovrebbe farci capire da che parte cominciare. In un Paese
con il più alto tasso di anzianità, in cui il 40 per cento delle famiglie non sa
nemmeno accendere un computer, dove il commercio elettronico è
arretratissimo (un quarto di transazioni rispetto alla media Ue) e con
milioni di persone abbandonate agli old media, è necessario iniziare dagli
investimenti per potenziare la rete (e i contenuti, le cose che con le
tecnologie digitali si possono fare, verranno da soli), o al contrario occorre
sviluppare i contenuti, altrimenti non crescerà mai la rete?
Ci risiamo. Per le telecomunicazioni vale l'identico discorso dell'energia.
Torna sempre fuori la questione di fondo: la gestione dell'infrastruttura.
Facile sostenere che le linee a fibra ottica sono le autostrade del futuro.
Che in gioco è lo sviluppo del Paese. Che il web a fine 2010 supererà la
televisione: 14 ore settimanali davanti al pc contro 11 e mezza a fare
zapping, stando a un recente report stilato dalla Microsoft. Per non parlare
dei ritorni economici: in Giappone, dove sono stati stanziati 40 miliardi di
dollari per la nuova rete ad altissima efficienza (100 Mbit/s) e a copertura
totale delle isole, gli esperti hanno calcolato che l'incremento del Pil
stimolato dalla banda superveloce sarà di 1.500 miliardi di dollari. In altri
termini, per un investimento pari a uno, i servizi che si generano valgono
tra le 30 e le 40 volte di più. Tutto vero. Ma, tornando al nostro piccolo, chi
deve spendere sulla benedetta rete? Dove trovare i (tantissimi) quattrini
necessari per portarla a un livello di funzionalità almeno dignitoso (da noi
si parla di 2 Mbit/s)? Infine, chi la deve gestire: gli stessi operatori o una
società terza?
Banda larga, portafoglio stretto
Il governo ha chiamato a sciogliere i nodi un super-consulente: Francesco
Caio, napoletano, laurea in Ingegneria elettronica al Politecnico di Milano,
due master, cresciuto alla scuola McKinsey, ex Olivetti e Omnitel, passato
per la vicepresidenza europea della Lehman Brothers e ora vicepresidente