Page 26 - Mani in alto
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«Questa qui è roba matta, al massimo ci comprate le sigarette… ma tu non eri nelle
Brigate nere? Siete diventati tutti comunisti adesso?»
«Adesso son tutti democristi e ognuno pensa al proprio culo» afferma Daniele serio.
«Il cinno ha ragione! » conferma Paolo senza esitazione.
«Qui se andiamo avanti così non facciamo una lira e c’è anche il rischio che ci
beccano con queste patacche».
«Eh sì ragazzelli, per questa roba posso darvi duemila lire, ma proprio perché sono
amico di Paolo» dice il Lungo soppesando una collana.
Il Lungo e Paolo si conoscono sin da bambini. Era stato proprio Paolo, senza troppa
originalità, ad affibbiargli quel soprannome.
Paolo e il Lungo la ricordano bene la loro travagliata infanzia a due passi dal Caffè
di via Remorsella.
Braghe corte estate e inverno.
Il Lungo aveva le gambe ossute, con le ginocchia pronunciate, sempre piene di
croste a testimonianza di una vivacità che solo l’infanzia sa regalare.
Anno 1936: fine giugno, mentre scende la sera centinaia di ragazzini gremiscono le
strade. Con la bella stagione si sta all’aperto sino a tardi e cucco è indiscutibilmente
il gioco più amato.
In città c’è un clima euforico. Poche settimane prima c’era stata l’adunata per
sentire il Duce proclamare la vittoria in Etiopia, e il Bologna aveva appena
conquistato il suo terzo scudetto nel campionato di calcio.
L’alito tiepido della sera avvolge orde di ragazzini scalmanati che si rincorrono
urlanti. Molti bambini sono scalzi e a casa hanno il padre ubriaco sin dalle prime ore
del mattino.
«Paolino vieni subito fuori che tuo padre sta bussando tua madre!»
Se il Lungo non avesse pronunciato queste parole concitate, Paolino non
l’avrebbero mai scovato. Si era nascosto in fondo al magazzino di Gigèin il fornaio
in mezzo ai sacchi di farina. Paolino faceva il garzone in quel posto e ne conosceva
bene ogni angolo, spesso si nascondeva a leggere i giornalini.
Paolino Casaroli non ha nemmeno dieci anni, esce dal suo nascondiglio e corre
verso casa con il cuore in gola.
Tante volte ha visto i suoi genitori litigare e sa benissimo cosa succede in questi
casi.
Il padre è appena uscito da casa bestemmiando in dialetto e si sta dirigendo verso
l’osteria di via Remorsella.
Paolino entra in casa e vede la madre riversa a terra con il viso gonfio di botte.
L’aiuta a rialzarsi, stringe forte i pugni pieni di rabbia, ma non riesce a trattenere
una lacrima che asciuga in fretta con il dorso della mano per non farsi vedere da lei.
Arriva anche la mamma del Lungo, la signora Angiolina che abita nella casa di
fronte. Tante volte è stata a sua volta aiutata dopo aver ricevuto una scarica di botte
dal marito.