Page 31 - Mani in alto
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In bicicletta















           Dal centro di Bologna con pochi minuti di bicicletta si possono raggiungere gli

          spazi aperti della prima fascia collinare. Basta percorrere poche centinaia di metri
          fuori porta per trovarsi in campo aperto. Molti di questi posti sono frequentati da
          coppiette in cerca d’intimità, da cui le espressioni «andare sui colli» o «andare
          all’erba»…

           Ma tre giovanotti in bicicletta si stanno dirigendo verso i colli bolognesi senza
          ragazze.
           Una borsa nera, in similpelle da massaia, è appesa al manubrio di Daniele, ma
          dentro non ci sono il pane, il formaggio o il latte di una normale spesa quotidiana:

          fasciate in uno strofinaccio da cucina ci sono tre pistole e un mitra. Per essere esatti
          due P38, una Beretta e un mitra Thompson.
           Delle trentamila lire di Maria sono rimaste soltanto milleduecento lire.
           «Adesso vi faccio vedere chi è Bartali!» urla improvvisamente Paolo sfrecciando

          con la bici davanti agli altri due.
           «Ecco che Coppi ti insegue e ti prende in un minuto…» gli fa eco Romano issandosi
          sul sellino a pedalare con foga.
           «Stai attento che se cadi ti rompi il culo!» esclama Paolo ridendo forte.

           Durante il giro d’Italia Fausto Coppi è caduto e si è fratturato il bacino, lasciando
          Bartali da solo, mentre la vittoria è andata allo svizzero Koblet.
           Paolo guarda quei due accapigliarsi e sorride pedalando piano, gli piace vedere i
          suoi amici pedalare forte, pare che vadano incontro a una vita nuova piena di

          speranze, quelle speranze che la società non riesce a dare a tre giovani usciti di
          galera e con il peso della guerra ancora sulle spalle. Una guerra che ha rubato per
          sempre anni di spensierata gioventù.
           Paolo e Romano si sono fermati oltre l’ultima curva in cima alla salita, le biciclette

          abbandonate sull’erba.
           «Ecco che si vede arrivare Fiorenzo Magni dopo tre minuti primi e venti
          secondi…» dice Romano con voce nasale imitando quella di un radiocronista.
           «Eccolo che spinge forte sui pedali…» continua Romano ancor più gracchiante.

           Daniele arriva sbuffando e sorridente, il Bello in galera faceva divertire tutti con le
          sue imitazioni da radiocronista.
           «Ecco dài che ci mettiamo dietro a quegli alberi così nessuno ci rompe i maroni»
          dice Paolo rivolgendosi a Daniele che sta arrivando con il prezioso carico.
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