Page 32 - Mani in alto
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L’intimità di questi posti è l’ideale per provare le armi appena acquistate. Prendere
          in mano pistole e munizioni fa tornare alla mente gli anni della guerra.
           «Questa è la mia preferita…» dice Daniele soppesando una Beretta.
           La Beretta M35 calibro sette e sessantacinque è una pistola che permette di sparare

          con rara precisione.
           «Adesso vi faccio vedere…»
           Daniele prende un mozzicone di candela dalla borsa, l’accende con un cerino, fa
          colare un po’ di cera su un grosso masso e la fissa con attenzione.

           Poi si allontana di venti passi. Si ferma, si gira, allunga il braccio destro, chiude
          l’occhio sinistro e preme il grilletto.
           Un colpo secco rimbomba tra le colline mentre la fiammella della candela ondeggia
          forte sino a spegnersi.

           «Dove hai imparato a sparare in questo modo?»
           «Mi viene naturale, ma basta un po’ di allenamento».
           «Allora con questa mira che hai ci coprirai le spalle mentre entriamo in banca a
          prendere la grana».
           «Allora devo fare il palo?»

           «Certo. Ognuno al suo posto, con una promessa: tutti per uno, uno per tutti».
           «Paolo, parli proprio come un capo…» dice tra il serio e il faceto Romano.
           «Be’, è giusto che se ci deve essere un capo, lo faccia lui, è anche il più grande»

          ribatte Daniele.
           «Questo è vero, se poi dobbiamo essere una banda, mica possiamo chiamarci banda
          Ranuzzi o banda Farris, non suona mica bene. Vuoi mettere invece Banda Casaroli!»
          esclama Paolo.
           «Va bene, così ti facciamo il regalo per il compleanno» esclama con un sorriso

          malizioso Daniele.
           Tra qualche giorno Paolo compirà ventiquattro anni, Daniele e Romano hanno già
          pensato al regalo… Il Lungo, infatti, deve piazzare un lussuoso accendino che vale

          almeno diciottomila lire, ma è un amico e può comodamente aspettare il pagamento.
          «Però in chiaro una cosa: divideremo sempre tutto in parti uguali» sentenzia serio
          Paolo.
           «Adesso però dobbiamo seppellire una pistola, una pistola di riserva, in un posto
          segreto che sappiamo solo noi, potrebbe tornarci utile in un momento di difficoltà».

           «Seppelliamo questa Beretta sette e sessantacinque, ci porterà fortuna» ribatte
          Daniele.
           Tre passi a destra dall’ultimo platano.

           Una buca a mezzo metro di profondità nella terra soffice e la pistola resterà
          nascosta avvolta nello strofinaccio da cucina, in caso di necessità o per ogni
          evenienza.
           Daniele è felice di far parte di una vera banda, l’aveva sempre sognato sin da
          quando era nelle Brigate nere. A quel tempo era solo una specie di mascotte e, come
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