Page 25 - Mani in alto
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Al Caffè di via Remorsella















           Il Caffè di via Remorsella un tempo era una bettola frequentata esclusivamente da

          malviventi, prostitute e sfruttatori. Adesso certe donne stanno tutte nelle case chiuse
          e al Caffè ci bazzicano ricettatori e piccoli delinquenti.
           Il maresciallo Farolfi ci viene spesso per vedere le facce che girano in città.
           La strada è in leggera salita man mano che si procede verso la più elegante via

          Santo Stefano. I portici proteggono con discrezione, tra le colonne i bambini giocano
          a cucco e si divertono a nascondersi, fino a quando l’ultimo non è scovato e il gioco
          così continua all’infinito.
           Via Remorsella è sempre stata una strada pullulante di bettole e schiamazzi, ha

          persino il nome che sembra derivare dal vocabolo “rumore”. Un tempo gli abitanti
          volevano persino cambiarlo, quasi potesse servire a calmare gli animi.
           Paolo è nato e vissuto in queste strade e anche Daniele ne conosce ogni angolo.
          Dietro quella colonna si fece la sua prima crosta alle ginocchia e a Paolo venne

          sangue al naso in un pomeriggio di primavera. Il Bello invece era cresciuto in
          un’altra stradina poco distante, ma le strade del centro si assomigliano un po’.
           «Cosa ci fate voi ragazzi in questa strada? Non volete mica finire dentro un’altra
          volta!» esclama il maresciallo Farolfi incrociando i tre giovanotti.

           «In queste strade noi ci siamo nati, siamo venuti a trovare il maestro di scuola».
           «State attenti che se finite dentro un’altra volta buttiamo via la chiave».
           Il maresciallo Farolfi li conosce sin dai tempi di San Giovanni in Monte e sa bene
          che chi esce dalla galera prima o poi ci ritorna.

           «Abbiamo messo la testa a posto, maresciallo».
           Farolfi Giuseppe è un tipo piccoletto, ha due baffetti all’Amedeo Nazzari e la cosa
          alle donne non dispiace, ha poi il fascino della divisa e nemmeno questo alle donne
          dispiace.

           «E voi maresciallo state attento alle spose, che appena vedono una divisa…»
           Il Bello conosce bene cosa frulla nella testa di un uomo, specie quando la guerra ha
          creato tante vedove e mogli che aspettano ancora il marito disperso.
           Il maresciallo continua il suo giro senza rispondere e scompare in cima alla breve

          salita.
           All’interno del Caffè il Lungo accoglie i tre amici con un sorriso pacato.
           Il Lungo qui è un’istituzione. Durante la guerra aveva sempre dei sacchi di farina e
          in cambio prendeva qualsiasi cosa, a volte a qualcuno le procurava anche gratis.
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