Page 20 - Mani in alto
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Martedì 4 luglio 1950















           È un tipico pomeriggio di luglio, nel centro di Bologna c’è poca gente e tanti

          cercano refrigerio al fiume Reno. A Casalecchio di Reno c’è il Lido, una spiaggia
          attrezzata con cabine e ombrelloni. Pochi possono permettersi il lusso anche solo di
          una breve gita al mare, non parliamo poi di vacanze, quelle sono appannaggio
          esclusivo dei ricchi signori.

           Il termometro della farmacia sotto il portico indica 38 gradi.
           «Se è così qui all’ombra, al sole allora ce ne saranno almeno quaranta!» dice
          Romano.
           «Il Bello ha ragione, ci dovremo mettere a vendere il ghiaccio… sul giornale c’era

          scritto che quest’anno il consumo è aumentato del 30 per cento» esclama tutto d’un
          fiato Daniele.
           «Io invece voglio un bel frigorifero all’americana così ci metto tutto il ghiaccio che
          mi pare!» risponde Paolo rosicchiando il bocchino della pipa.

           La strada è deserta e i pochi passanti si proteggono all’ombra dei portici.
           «Allora questa licenza quando arriva?»
           «In Comune dicono che devono vedere certe carte…»
           «Sai cosa devono vedere? Che siamo avanzi di galera e ci danno un calcio nel culo

          se va bene» afferma Romano.
           Il pomeriggio è sempre più afoso
           «Forse era meglio se andavamo al Lido anche noi» dice Daniele cercando di
          cambiare discorso.

           «Sai invece a che Lido voglio andare io? A quello di Venezia, altro che!»
           «Sì, ma non abbiamo neanche una Lambretta per arrivare a Casalecchio».
           «Ma lo sai che per comprare una Lambretta ci vogliono cinque o sei stipendi!»
           «Con uno stipendio da operaio ti becchi venticinquemila lire al mese se va bene e

          poi cosa ti mangi della cipolla?»
           «Ehi non litigate che fa già abbastanza caldo, facciamo una bella cosa perché non ci
          affidiamo al destino?» interviene Paolo a calmare gli animi.
           «Ecco guardate questa semplice scatola di cerini… scritta o figura… testa o

          croce?»
           «Testa o croce?»
           «La retta via con la domandina in Comune per la licenza, un bel lavoro in officina o
          chissà altro e aspettare venti anni per avere un’automobile, oppure testa e…
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