Page 18 - Mani in alto
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Via delle Oche















           Dire «Oca morta» a qualcuno nella città di Bologna ha due significati, ma non

          quello di papera defunta. Il significato più benevolo indica una persona priva di
          carattere e senza spirito d’iniziativa. Il più sprezzante individua il maschio senza
          personalità nelle sue parti più virili.
           Via delle Oche si trova a ridosso del centro, a pochi passi dalle Due Torri, ed è

          famosa per la sua casa chiusa. A dire il vero Bologna è sulla bocca di tutti per certi
          passatempi, ma in via delle Oche ci sono quelli che costano meno. Per questo motivo
          il casino è frequentato per lo più da militari, ragazzotti sfaccendati e anche ex
          galeotti. In questa stradina incastrata tra le vie del centro le donnine non sono di

          certo le più avvenenti.
           Daniele non è salito in camera per appartarsi. Si ricorda ancora della prima volta,
          quando non riuscì nemmeno ad avere un’erezione e la prostituta rideva continuando a
          mangiare brustulli. Nel ripensare a quei momenti a Daniele viene un groppo allo

          stomaco come quando doveva partire in missione con la Brigata. È rimasto giù
          nell’atrio ad aspettare i suoi amici e sorbirsi le chiacchiere della Marisa. La
          tenutaria del bordello, una donnona con le labbra rosso carminio, che l’ha preso in
          simpatia.

           Daniele ingoia furtivamente una piccola pastiglia bianca. La Marisa sa bene di cosa
          si tratta, è simpamina. Conosceva molti militari che ne facevano uso durante la
          guerra, poi tanti hanno mantenuto l’abitudine per tirarsi un po’ su nelle situazioni
          difficili della vita.

           «Se vuoi ti faccio qualcosina io… una cosina che la tua fidanzata mica ti fa…»
          sussurra la Marisa muovendo lentamente le labbra carnose.
           Daniele non vede l’ora di uscire e quando vede i suoi due amici ritornare si sente
          sollevato. Non gli piace farsi vedere in questi posti, magari ci può essere qualcuno

          che lo va a riferire alla sua Maria, poi chi la sente quella.
           «Speravo di meglio a essere sincero» borbotta Romano sistemandosi la camicia.
           «In questo posto io non ci torno mica più» afferma Paolo accendendosi la pipa.
           «Sembra di essere ancora in galera, ci sono tutte quelle facce che c’erano a San

          Giovanni in Monte» brontola rilasciando una nuvola di fumo.
           «Messi come siamo messi bisogna accontentarsi di quello che passa il convento»
          risponde Romano.
           «Io invece non mi accontento e nemmeno voglio andare nei casini più cari come
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