Page 16 - Mani in alto
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Una baracchina di cocomeri
Nelle sere d’estate sui viali di circonvallazione di Bologna si gode il fresco e il
passaggio di qualche nuova automobile. Ci sono, sparse nei punti più strategici,
baracchine di gelati o cocomeri ad allettare i passanti.
Daniele si sta aggirando nei pressi di uno di questi chioschi.
«Mangia una bella fetta di cocomero!»
«Però prima mi fai una bella domandina!»
«Il sottoscritto Daniele Farris prega cortesemente alla spettabile direzione del
carcere di San Giovanni in Monte di poter ricevere una bella fetta di cocomera…»
Daniele sobbalza al suono di queste voci familiari e si gira di scatto.
«Ma che fate voi due? Nessuno mi ha detto niente…»
«Sorpresa!» esclamano in coro Romano Ranuzzi e Paolo Casaroli.
«Ma quando siete usciti da là dentro?» chiede ancora più stupito Daniele.
«Io solo ieri, ma il Bello è già una settimana che gira per Bologna a fare danni…»
risponde Paolo appoggiando il braccio sulla spalla di Romano.
«Avevo qualche arretrato da sistemare… con alcune amichette… di pippe me ne
sono già fatte troppe in galera!»
«Dai venite che vi pago una bella fetta di cocomera!» dice Daniele invitando i
vecchi compagni di carcere ad accomodarsi.
In un attimo i tre amici sono seduti mentre la signora Diana porta tre grosse fette
d’anguria: «Queste sono dolci come zuccherini, sono quelle americane!»
«A me piacciono di più quelle ferraresi…» mormora Romano alludendo alle donne.
Molte prostitute dei casini di Bologna provengono dalla vicina Ferrara, dove la
disoccupazione è ancora più drammatica che altrove.
«Allora ragazzi che si fa? Diventiamo galantuomini o facciamo i delinquenti?»
chiede Paolo addentando una fetta d’anguria americana.
«Io sto guadagnando qualcosina vendendo i giornali il mattino…» risponde Daniele
facendosi serio.
«Ma con quei due soldi non paghi nemmeno il ristorante per te e la tua Maria»
afferma il Bello ammirando una nuova 1400 Fiat svoltare in via Mazzini.
«Sì, ma io là dentro non ci voglio finire un’altra volta…» ribatte Daniele facendosi
ancora più scuro in volto.
«Calma, calma ragazzi, mica dobbiamo litigare…»
Quando Paolo interviene per far valere le sue ragioni sa imprimere alla voce un