Page 13 - Mani in alto
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È finito dentro per piccoli furti, alcune rapine in negozi e botteghe. In carcere ha
subito fatto amicizia con Daniele e Romano.
Da ragazzino era stato all’Istituto degli Artigianelli di Faenza per imparare il
mestiere del ceramista, ma negli anni della guerra per un ragazzo era dura starsene
rinchiuso a imparare una professione mentre fuori si combatteva su un fronte o
sull’altro.
Non aveva nemmeno diciotto anni che fuggì via finendo per arruolarsi nella Decima
Mas, la formazione militare di Junio Valerio Borghese che aveva come emblema un
teschio con una rosa rossa in bocca.
Alle armi! Per l’onore! campeggiava sul manifesto di propaganda ha il volto fiero
di un ragazzo con il mitra in spalla. Sullo sfondo la testa di un felino ruggente.
Si combatteva per un ideale.
Daniele, Romano e Paolo hanno molte cose in comune, ma il desiderio di
combattere per un ideale è ciò che li unisce di più. Nei lunghi giorni di detenzione
hanno cementato una forte amicizia.
Quando c’è da proteggersi a vicenda nelle risse tra detenuti o per scagionarsi agli
occhi delle guardie, i tre amici sono sempre pronti a darsi una mano.
«La guerra e il coraggio hanno fatto grandi cose, più che l’amore del prossimo».
In carcere Casaroli ha sempre il libro di Nietzsche accanto alla branda, queste
parole stridono con quelle dei monaci che avevano occupato queste stesse celle.
Durante la guerra Paolo aveva notato quel libro con il titolo strano e si era
incuriosito. In galera tempo ce n’è anche troppo e allora lo legge e rilegge
all’infinito, fino ad assorbirne l’essenza.
Con Romano si ritrovano spesso a disquisire di esistenzialismo, della morte e del
senso della vita.
«Io vi insegno il superuomo. L’uomo è qualcosa che deve essere superato. Cosa
avete fatto voi per superarlo?»
Paolo e Romano attendono di raggiungere Daniele là fuori, in carcere si attende con
ansia il nuovo giorno, sperando che porti buone notizie.