Page 8 - Mani in alto
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ragazza pare assumere un aspetto quasi familiare.

           Nei modi di fare, nel proferire le parole, negli atteggiamenti gli rammenta qualcuno.
          Mentre la giornalista gli pone domande sulla detenzione a Paolo frullano in testa
          mille pensieri.

           Vorrebbe raccontare degli ergastolani che lavorano a maglia, della luce speciale
          che attraversa le celle, di come si formano i colori e come emergono sulla tela. Ma
          non riesce a distogliere lo sguardo da quel viso.
           «Signorina posso farle una domanda anch’io?»
           La giovane annuisce con un lieve sorriso.

           «Lei è per caso di Bologna?»
           «Sono nata a Bologna ma adesso vivo a Milano, sono ritornata a Bologna il mese
          scorso quando è morta mia madre».

           «E… come si chiamava sua madre?»
           «Si chiamava Maria».
           Paolo guarda la giovane negli occhi, ora è quasi certo di scorgervi qualcosa di
          familiare.
           La ragazza ha uno sguardo fiero e deciso, con quella lieve impertinenza che a volte

          sorregge i giovani nei primi turbamenti.
           «Signor Casaroli lei ha conosciuto mia madre, l’ultima volta che l’ha vista nel
          dicembre del 1950 era già incinta di me, ma non poteva saperlo, non lo sapeva

          nemmeno mio padre».
           Una malcelata inquietudine affiora sul volto di Paolo mentre rosicchia il bocchino
          della pipa.
           «Allora io dovevo conoscere anche suo padre…»
           «Sì, lo conosceva bene, mio padre si chiamava Daniele Farris».
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