Page 81 - Gomorra
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"Orchidea" in via Diacono a Secondigliano, una panetteria in corso Secondigliano e
una pizzetteria in via Pietro Nenni ad Arzano. E anche la casa di Gennaro McKay, una
villa in legno stile dacia russa situata in via Limitone d'Arzano, era stata incendiata.
Tra cubi di cemento armato, strade lacerate, tombini occlusi e illuminazione sporadica
il boss delle Case Celesti era riuscito a strappare una parte di territorio e organizzarlo
come un angolo di montagna. Aveva fatto costruire una villa di legno prezioso con nel
giardino le palme libiche, le più costose. Qualcuno dice che era stato per affari in
Russia ed era stato ospitato in una dacia, innamorandosene. E allora niente e nessuno
poteva impedire a Gennaro Marino di far costruire nel cuore di Secondigliano una
dacia, simbolo della forza dei suoi affari e ancor più promessa di successo per i suoi
guaglioni che se sapevano come comportarsi prima o poi avrebbero potuto raggiungere
quel lusso, anche alla periferia di Napoli, anche nel margine più cupo del
Mediterraneo. Ora della dacia rimane solo lo scheletro di cemento e i legni
carbonizzati. Il fratello di Gennaro, Gaetano, fu scovato dai carabinieri in una camera
del lussuoso albergo La Certosa a Massa Lubrense. Per non rischiare la pelle si era
rinchiuso in una camera sul mare, un modo inaspettato per sottrarsi al conflitto. Il
maggiordomo, l'uomo che sostituiva le sue mani, appena arrivarono i carabinieri li
fissò in viso dicendo "mi avete rovinato la vacanza".
Ma l'arresto del gruppo degli Spagnoli non riuscì a tamponare l'emorragia della
faida. Giuseppe Bencivenga viene ucciso il 27 novembre. Il 28 sparano a Massimo de
Felice e poi il 5 dicembre è il turno di Enrico Mazzarella.
La tensione diviene una sorta di schermo che si frappone tra le persone. In guerra
gli occhi smettono di essere distratti. Ogni faccia, ogni singola faccia deve dirti
qualcosa. La devi decifrare. La devi fissare. Tutto muta. Devi sapere in quale negozio
entrare, essere certo di ogni parola che pronunci. Per scegliere di passeggiare con
qualcuno, devi sapere chi è. Devi raggiungere qualcosa sul suo conto che possa essere
di più di una certezza, eliminare ogni possibilità che sia pedina sulla scacchiera del
conflitto. Camminare vicini, rivolgersi la parola significa condividere il campo. In
guerra tutti i sensi moltiplicano la propria soglia di attenzione, è come se si percepisse
più acutamente, si guardasse più a fondo, si sentissero gli odori in maniera più forte.
Anche se ogni accortezza non serve a nulla dinanzi alla decisione di un massacro.
Quando si colpisce non si bada a chi salvare e chi condannare. In un'intercettazione
telefonica, Rosario Fusco, accusato di essere un capozona dei Di Lauro, ha la voce
molto tesa e cerca di essere convincente rivolgendosi al figlio:
"... Tu non devi stare con nessuno, questo è poco ma certo, io te l'ho scritto pure:
vuoi scendere, a babbo, vuoi andare a fare una camminata con una ragazza, soltanto non