Page 199 - Gomorra
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Hollywood





                 A Casal di Principe, a don Peppino Diana hanno dedicato un "Centro di pronta e
            temporanea  accoglienza  per  minori  in  affido".  Un  centro  organizzato  in  una  villa
            sequestrata a un affiliato al clan dei Casalesi, Egidio Coppola. Una villa fastosa, da cui

            è stato possibile ricavare moltissime stanze. L'Agenzia per l'innovazione, lo sviluppo e
            la sicurezza sul territorio, la AGRORINASCE che riunisce i comuni di Casapesenna,
            Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Villa Literno è riuscita a trasformare alcuni
            beni dei camorristi in strutture utili alla gente del paese. Le ville dei boss sequestrate,
            sino a quando non verranno realmente riutilizzate, continueranno ad avere il marchio di
            chi le ha edificate e abitate. Anche se abbandonate conservano il simbolo del dominio.
            Attraversando l'agro aversano sembra di avere sotto gli occhi una sorta di catalogo di

            sintesi di tutti gli stili architettonici degli ultimi trent'anni. Le ville più imponenti dei
            costruttori e dei proprietari terrieri tracciano il modello per i villini degli impiegati e
            commercianti. Se le prime troneggiano su quattro colonnati dorici di cemento armato,
            le seconde ne avranno due e le colonne saranno alte la metà. Il gioco all'imitazione fa
            sì che il territorio si dissemini di agglomerati di ville che gareggiano in imponenza,
            complessità e inviolabilità in una ricerca di stranezze e singolarità, come per esempio

            farsi riprodurre le linee di un quadro di Mondrian sulla cancellata esterna.

                 Le ville dei camorristi sono le perle di cemento nascoste nelle strade dei paesi del
            casertano,  protette  da  mura  e  telecamere.  Sono  decine  e  decine.  Marmi  e  parquet,
            colonnati  e  scale,  camini  con  le  iniziali  dei  boss  incise  nel  granito.  Ma  ce  n'è  una
            particolarmente celebre, la più fastosa di tutte o semplicemente quella che intorno a sé
            ha creato più leggende. Per tutti in paese è "Hollywood". Basta pronunciare il nome per

            capire. Hollywood è la villa di Walter Schiavone, fratello di Sandokan, per molti anni
            responsabile del ciclo del cemento per conto del clan. Intuire la causa del nome non è
            complesso. Facile immaginarsi gli spazi e il fasto. Ma non è questo il motivo reale.
            Con Hollywood la villa di Walter Schiavone c'entra davvero. Si racconta a Casal di
            Principe che il boss aveva chiesto al suo architetto di costruirgli una villa identica a

            quella del gangster cubano di Miami, Tony Montana, in Scarface. Il film l'aveva visto e
            rivisto. L'aveva colpito sin nel profondo, al punto tale da identificarsi nel personaggio
            interpretato da Al Pacino. E effettivamente il suo volto scavato poteva sovrapporsi,
            con qualche fantasia, al viso dell'attore. Tutto ha il tono di leggenda. Al suo architetto,
            raccontano in paese, il boss consegnò direttamente il VHS del film. Il progetto doveva
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