Page 194 - Gomorra
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articoli e libri, e la giornalista Rosaria Capacchione che ha monitorato le strategie dei
clan, le furbizie dei pentiti, il loro potere complicato e bestiale.
La sentenza di secondo grado del 2003 mise in discussione alcuni passaggi della
prima versione di Giuseppe Quadrano scagionando Vincenzo Verde e Giuseppe Della
Medaglia. Quadrano aveva confessato verità parziali pianificando - fin dal primo
momento - la strategia di non dichiarare la propria responsabilità. Ma il killer è stato
lui, riconosciuto da alcuni testimoni e confermato dalle perizie balistiche. Giuseppe
Quadrano è il killer di don Peppino Diana. La sentenza di secondo grado prosciolse
Vecde e Della Medaglia. Il commando era composto da Quadrano e Santoro, che aveva
funzioni da autista. Francesco Piacenti aveva fornito diverse informazioni su don Diana
ed era il supervisore direttamente mandato dalla Spagna da De Falco per dirigere
l'operazione. L'ergastolo a Piacenti e Santoro fu confermato anche dal secondo grado
d'appello. Quadrano aveva persino registrato delle telefonate con diversi affiliati, dove
più volte ripeteva che non c'entrava con l'omicidio. Registrazioni che poi consegnò alla
polizia. Quadrano capiva che l'ordine di morte era stato deciso da De Falco, e non
voleva essere scoperto come mero braccio armato dell'operazione. Molto
probabilmente tutti i personaggi coinvolti nella prima versione di Quadrano se l'erano
fatta sotto e non avevano voluto partecipare in nessun modo all'agguato. A volte mitra e
pistole non sono sufficienti per affrontare un viso disarmato e parole chiare.
Nunzio De Falco fu arrestato ad Albacete mentre viaggiava sull'intercity Valencia-
Madrid. Aveva messo su un potente cartello criminale assieme a uomini della
'ndrangheta e alcuni sbandati di Cosa Nostra. Tentò anche - secondo le indagini della
polizia spagnola - di dare una struttura da gruppo criminale ai gitani presenti nel sud
della Spagna. Aveva costruito un impero. Villaggi turistici, case da gioco, negozi,
alberghi. La Costa del Sol aveva conosciuto un salto di qualità nelle infrastrutture
turistiche da quando clan Casalesi e napoletani avevano deciso di farne una perla del
turismo di massa.
De Falco venne condannato nel gennaio 2003 all'ergastolo come mandante
dell'omicidio di don Peppino Diana. Mentre la sentenza veniva letta in tribunale mi
venne da ridere. Una risata che riuscii a contenere lasciando gonfiare le guance. Non
potevo resistere all'assurdità che in quell'aula si materializzava. Nunzio De Falco era
difeso dall'avvocato Gaetano Pecorella, che era allo stesso tempo presidente della
Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e difensore di uno dei massimi boss
del cartello camorristico casalese. Ridevo perché i clan erano così forti da aver
persino ribaltato gli assiomi della natura e delle fiabe. Un lupo si faceva difendere da
una pecorella. Ma il mio, forse, fu un delirio di stanchezza e un crollo di nervi.