Page 198 - Gomorra
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camorra, e non bestie, uomini come tutti, che quello che altrove diventa lecito trovi
qui la sua energia illecita, non permettiamo che altrove si edifichi ciò che qui viene
distrutto. Create il deserto attorno alle vostre ville, non frapponete tra ciò che siete
e ciò che volete solo la vostra assoluta volontà. Ricordate. Allora il SIGNORE fece
piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco; egli distrusse quelle città,
tutta la pianura, tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo. Ma la
moglie di Lot si volse a guardare indietro e diventò una statua di sale. (Genesi
19,12-29). Dobbiamo rischiare di divenire di sale, dobbiamo girarci a guardare cosa
sta accadendo, cosa si accanisce su Gomorra, la distruzione totale dove la vita è
sommata o sottratta alle vostre operazioni economiche. Non vedete che questa terra
è Gomorra, non lo vedete? Ricordate. Quando vedranno che tutto il suo suolo sarà
zolfo, sale, arsura e non vi sarà più sementa, né prodotto, né erba di sorta che vi
cresca, come dopo la rovina di Sodoma, di Gomorra, di Adma e di Seboim che il
SIGNORE distrusse nella sua ira e nel suo furore, (Deuteronomio 29,22). Si muore
per un sì e per un no, si dà la vita per un ordine e una scelta di qualcuno, fate
decenni di carcere per raggiungere un potere di morte, guadagnate montagne di
danaro che investirete in case che non abiterete, in banche dove non entrerete mai, in
ristoranti che non gestirete, in aziende che non dirigerete, comandate un potere di
morte cercando di dominare una vita che consumate nascosti sotto terra, circondati
da guardaspalle. Uccidete e venite uccisi in una partita di scacchi il cui re non siete
voi ma coloro che da voi prendono ricchezza facendovi mangiare l'uno con l'altro fin
quando nessuno potrà fare scacco e ci sarà una solo pedina sulla scacchiera. E non
sarete voi. Quello che divorate qui lo sputate altrove, lontano, facendo come le
uccelle che vomitano il cibo nella bocca dei loro pulcini. Ma non sono pulcini quelli
che imbeccate ma avvoltoi e voi non siete uccelle ma bufali pronti a distruggersi in
un luogo dove sangue e potere sono i termini della vittoria. È giunto il tempo che
smettiamo di essere una Gomorra…”
Cipriano smise di leggere. Sembrava che in mente avesse immaginato tutte le facce
a cui avrebbe voluto sbattere sul grugno quelle parole. Respirava con un affanno
strozzato, da asmatico. Chiuse il quaderno e se ne andò senza salutarmi.