Page 131 - Gomorra
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osannato Maradona che con i Giuliano ha sempre condiviso cocaina e festini,
memorabile la foto di Diego Armando Maradona nella vasca a forma di conchiglia di
Lovigino. Vent'anni dopo, Annalisa muore mentre stavano rincorrendo e sparando a un
Giuliano, mentre un Giuliano rispondeva al fuoco usandola come scudo, o forse
semplicemente passandole accanto. Un percorso storico identico, eternamente uguale.
Imperituro, tragico, perenne.
La chiesa ormai è stracolma. La polizia e i carabinieri però continuano a essere
nervosi. Non capisco. Si agitano, perdono la pazienza per un nonnulla, camminano
nervosi. Capisco dopo qualche passo. Mi allontano dalla chiesa e vedo che un'auto dei
carabinieri divide la folla di persone accorse al funerale da un gruppo di individui
tirati a lustro, su moto lussuose, in macchine decappottabili, su scooter potenti. Sono i
membri del clan Giuliano, gli ultimi fedelissimi di Salvatore. I carabinieri temono che
possano esserci insulti tra questi camorristi e la folla, e che possa generarsi un
putiferio. Per fortuna non accade nulla, ma la loro presenza è profondamente simbolica.
Attestano che nessuno può dominare nel centro storico di Napoli senza il loro volere, o
quantomeno senza la loro mediazione. Mostrano a tutti che loro ci sono e sono ancora i
capi, nonostante tutto.
La bara bianca esce dalla chiesa, una folla preme per toccarla, molti svengono, le
urla belluine iniziano a incrinare i timpani. Quando il feretro passa sotto la casa di
Annalisa, la madre che non ce l'ha fatta ad assistere alla funzione in chiesa tenta di
gettarsi dal balcone. Urla, si dimena, il volto è gonfio e rosso. Un gruppo di donne la
trattiene. La solita scena tragica avviene. Sia ben chiaro, il pianto rituale, le scenate di
dolore non sono menzogne e finzioni. Tutt'altro. Mostrano però la condanna culturale in
cui vivono tutt'ora gran parte delle donne napoletane, costrette ancora ad appellarsi a
forti comportamenti simbolici per attestare il loro dolore e renderlo riconoscibile
all'intera comunità. Benché tremendamente vero, questo frenetico dolore
apparentemente mantiene le caratteristiche di una sceneggiata.
I giornalisti si avvicinano appena. Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino sono
terrorizzati, temono che il quartiere possa rivoltarsi contro di loro. Non accade, la
gente di Forcella ha imparato a trarre vantaggio dalla politica e non si vuole inimicare
nessuno. Qualcuno applaude alle forze dell'ordine. Qualche giornalista si eccita per
questo gesto. Carabinieri osannati nel quartiere della camorra. Che ingenuità.
Quell'applauso è stata una provocazione. Meglio i carabinieri che i Giuliano. Ecco
cosa hanno voluto dire. Alcune telecamere tentano di raccogliere testimonianze, si
avvicinano a una vecchietta dall'aspetto fragile. Arraffa subito il microfono e urla: "Per
colpa di quelli... mio figlio si farà cinquant'anni anni di carcere! Assassini!". L'odio