Page 995 - Shakespeare - Vol. 4
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Dimmi di nuovo,
Dove hai lasciato questi manigoldi?
ARIEL
Te l’ho detto, padrone:
Erano paonazzi dal gran bere;
Così pieni di coraggio
Che picchiavano l’aria
Perché gli respirava sul viso;
E percuotevano la terra
Perché gli baciava i piedi − ma sempre
Con la testa al loro piano.
Allora mi sono messo
A battere il tamburo, e loro,
Come puledri selvaggi
Hanno drizzato gli orecchi
Sbarrato gli occhi
Sollevato il naso
Quasi fiutando odore di musica.
E io ho tanto incantato
Il loro udito che, come vitelli,
Hanno seguito i miei muggiti
Per rovi dentati,
Ginestre taglienti, saggina
Acuminata e spine che gli entravano
Negli stinchi molli: alla fine
Li ho lasciati nello stagno
Dalla lurida schiuma
Dietro la tua grotta,
A ballare lì dentro fino al mento,
Con l’acqua sporca che puzzava
Più dei loro piedi.
PROSPERO
Ben fatto, uccellino mio.
Resta invisibile,
Va nella mia casa e prendi
La roba del teatro. Farà da esca