Page 990 - Shakespeare - Vol. 4
P. 990
Per celebrare un contratto d’amore
Ed elargire un dono generoso
Agli amanti felici.
CERERE
Arco celeste, certo tu sai
Se Venere e suo figlio
Sono al seguito della Regina.
Da quando tramarono il complotto
Con cui l’oscuro Dite
Rapì mia figlia, io ho rinnegato
La compagnia corrotta
Del fanciullo bendato e della madre.
IRIS
Non temere la sua presenza.
Ho incontrato la dea
Che fendeva le nubi verso Pafo
E il figlio
Trasportato con lei dalle colombe.
Con un qualche incantesimo dei sensi
Speravano di impossessarsi
Di questa fanciulla e di quest’uomo
Che hanno fatto voto
Di non pagare tributo di talamo
Prima che venga accesa
La torcia di Imene.
Ma la speranza è vana, e l’impetuosa
Amante di Marte se ne è andata:
Suo figlio dalla testa di vespa
Ha spezzato le frecce e giura
Che non ne vuol più lanciare.
Giocherà coi passeri e sarà
Come gli altri ragazzi.
CERERE
L’altissima Sovrana, la grande Giunone
È qui − la riconosco all’incedere.