Page 989 - Shakespeare - Vol. 4
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Che lo spugnoso Aprile
Ad un tuo gesto adorna
Perché vi intreccino caste ghirlande
Le fredde Ninfe −
E le tue macchie di ginestra
La cui ombra l’amante abbandonato
Ama, ricordando la sua donna −
La tua vigna abbarbicata al palo
E la riva marina sterile e rocciosa su cui
Scendi a respirare −
Questi luoghi la Regina del Cielo,
Della quale io sono
Arco d’acqua e messaggera,
Ti ordina di lasciarli
E con sovrana grazia
Discende Giunone.
Su questo spazio erboso, proprio questo,
Ti chiede
Di venire a svagarti − i suoi pavoni
Già s’accostano in volo. A riceverla
Vieni, ricca Cerere.
Entra Cerere.
CERERE
Salve, multicolore messaggera,
Che mai disobbedisci alla sposa di Giove
E con ali di zafferano spargi sui miei fiori
Gocce di miele, spruzzi rinfrescanti
E coi due capi del tuo arco azzurro
I miei acri boscosi ed i miei colli
Riarsi incoroni, ricco scialle
Della mia terra orgogliosa − dimmi,
Perché la tua Regina mi ha chiamato
Su questo prato d’erba tenera?
IRIS